Napoli, dov’è finito il vero Hamsik?

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Il campione slovacco si è improvvisamente spento dopo un avvio super. A Benitez il compito di recuperare il suo asso, tanto talentuoso quanto discontinuo.

Che fine ha fatto Marek Hamsik? Come spesso gli accade, il centrocampista del Napoli è improvvisamente svanito con i primi ‘caldi’ di stagione. E il bello è che non si intravedono ragioni fondate per spiegare un calo così brusco. Nei big-match fin qui disputati dagli azzurri, lo slovacco è stato poco più che una semplice comparsa.

Gregariato col Dortmund, nulla o quasi contro Milan e Arsenal, qualche sprazzo, tardivo e inefficace, nella ripresa dell’ultimo match di campionato contro la Roma. Poco, troppo poco per un campione come Marek. Il recente calo della squadra di Benitez coincide, non certo per caso, con quello del suo asso, anche se il secondo è ben più evidente del primo.

A conti fatti, il Napoli ha toppato finora tre partite, contro Sassuolo, Arsenal e Roma. Discorso diverso per Hamsik che, dopo uno straripante avvio in campionato (4 goal nelle prime due giornate contro Bologna e Chievo), si è progressivamente spento. Così, quasi senza motivo. Indiscrezioni ricorrenti vorrebbero un ‘Marekiaro’ colpito da invidia, per così dire, per il principesco rinnovo strappato da Zuniga. Il colombiano è ora il secondo giocatore più pagato della rosa azzurra dopo Higuain.

Una tesi che francamente ci convince poco. Così come quella che vorrebbe un Hamsik ancora giù di morale per l’eliminazione della sua Slovacchia dai prossimi Mondiali. Chissà. Fatto sta che il calo accusato dal talento di Banská Bystrica è di quelli verticali, impossibili da non notare. Dopo l’inizio super, il 26enne centrocampista, alla sua settima stagione in maglia azzurra, ha infilato una serie di prestazioni tra l’anonimo e l’impotente.

Detto dei big-match da lui bucati, Hamsik non è riuscito a fare molto meglio nemmeno contro il modesto Sassuolo, mentre contro un’altra neopromossa, il Livorno, ha sì realizzato il quarto goal del Napoli (il quinto personale in campionato), ma senza mai mostrare lo smalto dei tempi migliori. La crisi del giocatore, insomma, è di quelle quasi inspiegabili.

Benitez, che pure lo ha messo al centro del suo progetto tattico, ebbe a dire di lui, qualche settimana fa: “Se Bale vale 100 milioni, allora dico che Marek non ha prezzo e non è in vendita“. Dichiarazioni forti, di grande stima, che avrebbero dovuto ringalluzzire il diretto interessato, che invece ha improvvisamente infilato il tunnel dell’anonimato. Se alla sua involuzione si aggiungono gli acciacchi, veri o presunti, di un Higuain ‘malato immaginario’, si capisce che al momento il quadro generale della Rafa-band è più grigio che azzurro.

L’appuntamento di stasera a Marsiglia si configura dunque come una sorta di spartiacque della stagione. In Champions i partenopei hanno mostrato il 100% del loro repertorio, alti (col Borussia) e bassi (Arsenal) inclusi. Facile chiedersi: qual è il vero Napoli? Quello spavaldo e autoritario capace di mettere alla frusta i vicecampioni d’Europa per i tre quarti del match o quello timido e spaurito dell’Emirates? La tappa del Velodrome potrebbe offrire una prima risposta in merito.

A patto di riuscire a ritrovare gli elementi più talentuosi: di Higuain, tuttora in dubbio, si è detto, spetta ora ad Hamsik tornare a sprigionare il suo immenso talento. Già un Hamsik al 70-80% potrebbe fare la differenza: tante volte ha impreziosito con un goal o una giocata fulminea alcune sue prove non trascendentali, l’auspicio generale è che in terra francese ritrovi almeno una parte dell’ispirazione smarrita.

Il lunatico Marek lo deve innanzitutto ai tifosi del Napoli, che lo hanno eletto idolo e punto di riferimento dopo la dipartita degli altri due ‘tenori’ Cavani e Lavezzi. Campioni mai perdonati dalla piazza per il loro voltafaccia. Eppure uno sgradevole sospetto si affaccia, dopo le ultime allarmanti prove dello slovacco, che pure ha abituato tutti alla sua incostanza.

E se a Napoli fosse rimasto il ‘tenore’ sì più professionale, più fedele alla causa, ma anche il meno dotato dal punto di vista caratteriale? Tarli di una stagione azzurra partita col vento in poppa e improvvisamente complicatasi sul più bello. Allo scafato Benitez il compito di tirare fuori dalle secche una squadra scopertasi orfana per caso del suo talento più luminoso.

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