Le 5 ‘spine’ di un Napoli in crisi

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Scarsa lucidità, fiato corto, zero geometrie e polveri bagnate sono ‘deficit’ che hanno portato gli azzurri a salutare il sogno Scudetto e far emergere ‘inquietanti’ lacune.

Diciannove punti nelle ultime dieci giornate, un’imbattibilità in campionato durata oltre due mesi (dal 22 dicembre al 10 marzo), eppure il Napoli è in piena crisi. Di gioco e di risultati, visto che nel filotto di nove partite senza sconfitte sono maturati quattro pareggi consecutivi che hanno di fatto chiuso la corsa Scudetto in favore della Juventus. Gli azzurri sono per lunghi tratti irriconoscibili, in particolar modo nelle loro fonti di gioco principali.

Gli elementi che compongono la ‘spina dorsale’ dell’undici di Mazzarri appaiono altri giocatori rispetto a quelli in grado di far sognare un’intera città. Scarsa lucidità, fiato corto, assenza di geometrie e polveri bagnate: ‘deficit’ che per troppe domeniche ormai sono state fatte proprie da pedine fondamentali per lo scacchiere del tecnico livornese. L’involuzione di De Sanctis, Maggio, Inler e del duo Pandev-Cavani guarda caso corrisponde con quella di un Napoli lontano parente della ‘creatura’ in grado di mettere pressione a ‘Madama’.

MORGAN DE SANCTIS

Nella crescita del ‘ciclo Mazzarri’, il ruolo recitato dall’estremo difensore abruzzese per un paio di stagioni è risultato decisivo. Grandi interventi sono valsi punti d’oro in campionato e la possibilità di coltivare quel sogno chiamato Champions, ma quest’anno la storia sembra essere un’altra. A Firenze il primo segnale concreto di un’annata sottotono, accompagnato poi da costanti incertezze in fase di uscita e palloni che gli sfilano sotto il corpo (non ultimo quello di Thereau). Il rendimento altalenante del numero uno azzurro non sta trasmettendo serenità ad un reparto arretrato comunque tra i meno battuti della Serie A, ma in alcune partite da De Sanctis ci si aspettava di più.

CHRISTIAN MAGGIO

E’ uno dei capisaldi su cui Mazzarri ha costruito i propri successi in panchina, alla Sampdoria prima e al Napoli poi. Tagli micidiali e polmoni inesauribili hanno eletto l’esterno veneto a uno dei migliori interpreti nel panorama italiano e non solo, peccato che nella stagione in corso la ‘pellicola’ sembra essersi inesorabilmente persa. Il gioco dell’allenatore toscano conta molto su colui che spesso e volentieri assume quasi più le sembianze di un attaccante mancato che di un laterale, ma i guai fisici hanno privato gli azzurri di una delle sue arme più letali. Troppi cross addosso agli avversari e ‘uno contro uno’ destinati a perdersi oltre la linea bianca sono i principali limiti emersi in un Maggio irriconoscibile.

GOKHAN INLER

Che dire, sono tanti i tifosi che contestano alla società i 18 milioni investiti per lo svizzero. Dopo quasi due stagioni all’ombra del Vesuvio, il centrocampista arrivato in ‘pompa magna’ dall’Udinese si sta rivelando più ‘croce’ che ‘delizia’. Spesso prestazioni opache sono state ‘mascherate’ da goal d’autore, ma capacità balistiche e tecniche a parte, ciò che colpisce è la scarsa congenialità di Inler al 3-4-2-1 di Mazzarri. Poco dinamico e con le idee appannate, il numero 88 non riesce a garantire le giuste geometrie perchè troppo preoccupato di dover assicurare un filtro che probabilmente non è nelle sue corde: per stare nel centrocampo ‘mazzarriano’ occorrono anche polmoni grandi quanto una casa.

GORAN PANDEV

Con l’addio di Lavezzi, la piazza confidava nell’esperienza e nel talento del macedone. Ebbene, a dieci giornate dalla fine si può dire che le speranze si sono rivelate semplici illusioni. Accompagnato da una buona condizione, Pandev si è dimostrato il partner ideale per Cavani: tanti gli assist al bacio forniti tra le linee al ‘Matador’ resi possibili da una visione di gioco che pochi in Italia hanno, ma ormai l’ex Inter ha spento la luce da troppo tempo. Irritante e svogliato tanto da abbandonare l’uruguagio al suo destino, il proprio trend negativo di prestazioni lo sta facendo apparire quasi un ‘peso’ negli ultimi venti metri. Epilogo assurdo, viste premesse e ‘biglietto da visita’.

EDINSON CAVANI

Non segna dal 27 gennaio, esattamente 455 minuti di astinenza. Il ‘Matador’ non vede più la porta e il Napoli crolla, a conferma che l’ascesa dei partenopei è dipesa in gran parte dalla consacrazione di Cavani nell’elite dei bomber. Poco assistito dai propri partner d’attacco, l’uruguagio appare poco lucido e non in grado nemmeno di crearsi da solo le occasioni per mirare lo specchio come avvenuto fino a circa 40 giorni fa. I ‘maligni’ parlano di voci di mercato che lo distraggono, piuttosto il ‘rebus’ Cavani sembra legato ad un impiego continuo per mezzo del quale non riesce a tirare il fiato. Ma d’altronde il Napoli non può prescindere dal suo ‘gioiello’, sperando in tempi migliori e che l’incubo finisca.

di Claudio D’Amato

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