Conosciamo il nostro avversario: Juventus, dalle ceneri di Calciopoli alla rincorsa tricolore.

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Gli anni sono tanti, ben 112, ma costellati da trofei, titoli e coppe, tutti da esporre orgogliosamente in una delle bacheche più ricche del calcio italiano. La Juventus è la squadra più amata lungo la Penisola, merito dei grandissimi campioni che hanno vestito la casacca bianconera nell’arco di questo secolo. In campo internazionale i successi sono vari ma non copiosi: due Coppe dei Campioni, una Coppa delle Coppe, tre Coppe Uefa, due Supercoppe in ambito europeo, mentre a livello mondiale si annoverano le due Coppe Intercontinentali. Nulla a che vedere con la sfilza i scudetti di cui si è fregiata la Vecchia Signora, ufficialmente 27, sul campo due in più, revocati dopo lo scandalo di Calciopoli che ha sconquassato le fondamenta della società più prestigiosa del Belpaese. I tempi in cui Moggi dettava ordini non sono poi così lontani, ma si è voluto fare piazza pulita dell’organigramma del club per distaccarsi definitivamente da quelle accuse così dure ed umilianti. L’onta della Serie B, mai incontrata fino al 2006, è stata il punto più basso nelle pagine dei ricordi dei piemontesi: il primato della permanenza illimitata nella massima divisione resta all’Inter, la rivale di sempre, ancora più dei cugini granata del Torino. Ogni volta che la Juventus calca qualche campo, ci si aspetta la partita della vita da parte degli avversari. Con alcuni di questi la Madama ha dato spettacolo in match dal valore epico. Nella carrellata di contendenti storici compare anche il Napoli, che purtroppo ha dimenticato il significato della parola “vittoria” in quel di Torino. Risale ad oltre un ventennio fa l’ultima affermazione partenopea all’Olimpico, con un clamoroso 5-3 che vide grande mattatore Antonio Careca. In quella squadra ricolma di stelle c’era anche Ciro Ferrara, astro nascente del vivaio azzurro. Dopo il suo addio al Vesuvio, il difensore napoletano ha militato per tanti anni nella Juventus, rimanendo profondamente legato alla società anche quando ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. E così, tutto ad un tratto, sul crinale della scorsa stagione Ferrara si è ritrovato a guidare le redini dei bianconeri, dopo l’addio di Claudio Ranieri. L’obiettivo minimo, ovvero il piazzamento in zona Champions, è stato raggiunto, ma adesso gli si chiede di più: fermare il regno ormai piuttosto duraturo dell’Inter campione. Missione non semplice, anche perché gli impegni in Champions League hanno il loro peso, ma la rosa delle zebre può accollarsi quest’ingrato compito. La porta è saldamente protetta da uno dei più grandi talenti di tutti i tempi, il campione del Mondo Gigi Buffon, leader in campo e fuori. La difesa è solitamente schierata a 4, con Cannavaro, Chiellini, Grosso e Legrottaglie, che formano anche la retroguardia scelta da Marcello Lippi per la sua Nazionale. Le alternative sono Molinaro, Grygera, Caceres e Zebina, nomi non altisonanti ma comunque ottimi rincalzi, specialmente in vista dei tour de force cui è sottoposta di frequente la compagine juventina. A centrocampo Ferrara ha l’imbarazzo della scelta, con la possibilità di preferire una mediana a 3 più un trequartista ad uno schieramento composto da 4 elementi: Camoranesi, Sissoko (assente domani sera), Marchisio, l’ex fiorentino Felipe Melo, Salihamidzic, Tiago, Poulsen, De Ceglie (tanto ricercato da Marino nell’ultima campagna acquisti), Giovinco e su tutti Diego, il 24enne brasiliano prelevato dal Werder Brema. Se li contiamo, sono giusto dieci, insomma una squadra nella squadra. Le bocche di fuoc dell’attacco bianconero sono altrettanto valide, a partire dall’estro di Amauri, mal gestito ai tempi della sua esperienza napoletana. Iaquinta (anche lui indisponibile contro gli azzurri), Trezeguet e l’eterno capitano Del Piero rappresentano le ulteriori pedine che Ferrara può disporre nel suo scacchiere. Finora è stato il vecchio Alex ha patire più di tutti la panchina, ma la concorrenza si è fatta davvero agguerrita. I venti della crisi, soffiati per oltre un mese sulla Mole vista l’assenza di vittorie, sono stati spazzati via dalle recenti affermazioni, su tutte la robusta prova di mercoledì scorso contro la Sampdoria, asfaltata con un perentorio 5-1. Il Napoli di Mazzarri ci sta abituando a grandi imprese, domani potrebbe essere l’occasione buona per allungare la collezione.

Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET

 

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