Napoli, i tre volti di Reina: gran portiere, leader, ma soprattutto uno di noi

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Il Napoli riabbraccia Reina in una storia a lieto fine. Gli azzurri ritrovano il leader carismatico che questa stagione è tanto mancato, ma prima ancora un grande numero uno.

Pepe Reina non ha resistito neanche un anno lontano da Napoli . Dalla sua Napoli, città che nel giro di un anno ha imparato a conoscere e ad amare, profondamente e sinceramente. Come un vero napoletano, o forse più. Il suo ritorno era nell’aria da tempo. Sarà per quei frequenti blitz da Monaco, sarà per le difficoltà di Rafael e Andujar, forse per quella separazione troppo frettolosa, mal gestita da ambo le parti, per non porvi rimedio.

Con il suo ritorno il Napoli ritrova un giocatore indiscutibilmente attaccato alla maglia azzurra e un autentico leader. Carisma e personalità al servizio del gruppo, l’uomo destinato ad alzare la voce, che tanto è mancato nell’ultima, tribolata annata. Ma c’è il rischio di inciampare in un equivoco, di catalogare il ritorno di Reina come una banale operazione-simpatia di puro stampo sentimentale e nulla più, tralasciandone i contenuti tecnici.

Perchè il Napoli, prima di tutto, ritrova un grande portiere . E’ passato quasi inosservato, ma nella sua stagione in maglia azzurra Reina ha fatto registrare un rendimento estremamente positivo, imponendosi tra i migliori del nostro campionato tra i pali.

Al netto di un paio di passaggi a vuoto che rientrano da copione nella stagione di ogni portiere (da Buffon ai comuni mortali), nel 2013/2014 Reina si è dimostrato portiere da grande squadra: affidabile e pronto quando necessario. Non è un caso, se vogliamo, che il campionato del Napoli si sia concluso con un terzo posto in scioltezza.

I numeri sono dalla sua parte. Reina si è contraddistinto come il miglior portiere sulle conclusioni ravvicinate, mentre solo Buffon ha parato più di lui in generale. Il dato sulle uscite (il terzo più alto del torneo) rappresenta un’ulteriore conferma della leadership di Pepe: l’area di rigore è il suo territorio, chi ci mette piede deve fare i conti con lui.

Statistiche in netta controtendenza rispetto all’ultima stagione, quando al Napoli è riuscita una mezza impresa: chiudere con i due peggiori portieri della Serie A per percentuale di parate in relazione ai tiri subiti . Andujar (53,85%) e Rafael (61,54%) non si sono dimostrati all’altezza del ruolo.

Il confronto tra gli ultimi tre portieri del Napoli è impietoso. Per farla breve: 1) Reina ha incassato circa due goal ogni 10 tiri subiti 2) Il passivo è raddoppiato con Rafael, attestatosi su quattro goal subiti ogni 10 tiri 3) Andujar ha fatto peggio di tutti, con lui – approssimativamente – un goal ogni due tiri.

Nell’ultimo campionato al Napoli è mancato un portiere che rimediasse agli errori di una difesa già fragile di suo. Rafael e Andujar non sono mai riusciti ad andare oltre interventi di ordinaria amministrazione, con l’ulteriore aggravante di ‘papere’ colossali pagate a caro prezzo. Una lacuna che ha contribuito sensibilmente a far registrare, con 54 goal subiti, la peggior difesa dal ritorno in Serie A per il Napoli .

Rafael e Andujar hanno fallito nella prima missione di un vero portiere: prendere il comando della difesa conquistando la fiducia dei compagni. A Pepe Reina, per farlo, non servirà neanche tornare ad indossare la maglia numero 1: basterà rimettere piede in quello spogliatoio, che per certi versi non ha mai lasciato.

Il carisma di Pepe Reina
Il carisma di Pepe Reina

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