De Laurentiis perde il controllo: “Portami le valigie! Aeroporto di m***a!”

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Dopo poche ore dal comunicato del Sindacato che ha denunciato l’aggressione di De Laurentiis ai poliziotti di Capodichino, ecco la testimonianza: “Portami le valigie!”.

Un fulmine a ciel sereno, il comunicato del Sindacato di Polizia Silp-Cgil con il quale qualche ora fa è stato duramente stigmatizzato il comportamento tenuto da Aurelio De Laurentiis, in partenza per Dimaro assieme ad una comitiva di 18 persone tra staff e famiglia, sabato scorso all’aeroporto di Capodichino.

Ha aggredito fisicamente, in modo pubblico e plateale all’interno dell’aeroporto alcuni agenti della Polaria provocando loro contusioni e lesioni“, si legge nella nota. Come si sia arrivati a tanto lo racconta a ‘Repubblica’ il sostituto commissario cinquantottenne in servizio alla Polaria di Capodichino, che è stato – suo malgrado – l’altro protagonista della spiacevole vicenda.

Non me lo aspettavo. Proprio no. Non mi era mai successa una cosa del genere e ancora tento di ricostruirla nella mia testa. Mi sento mortificato – spiega l’agente, che si riserva di querelare de Laurentiis per lesioni, laddove già c’è una denuncia per violenza e resistenza a pubblico ufficiale – Resterò esterrefatto ancora per un po’…“.

Sabato 11 luglio ero il più alto in grado in servizio a Capodichino – riavvolge il nastro – e c’era il charter in partenza per Dimaro per il ritiro del Napoli. Eravamo tutti all’altezza del bar, quando de Laurentiis ha cominciato a dire: ‘Ma chi mi porta i bagagli? Chi me li porta?’ E si è rivolto a me. Io ho risposto: ‘Noi non portiamo i bagagli, ma laggiù ci sono i carrelli’…“.

Al che il presidente del Napoli ha avuto la prima ‘eruzione’: “Ma questo è un aeroporto di m***a, chi mi porta i bagagli? Allora faccio venire il pullmino della società, li carichiamo e arriviamo fino all’aereo“. “A quel punto – racconta il poliziotto – ho spiegato che era impossibile per motivi di sicurezza, non potrebbe farlo neanche il presidente della Repubblica né chiunque altro su un veicolo non dotato di particolari dispositivi“.

Mai l’avesse detto, scoppia il parapiglia, allo scalo è caos totale: “Ma allora, che state a fare qui? Andate via, andate a lavorare!“, esplode De Laurentiis. “Ho risposto – spiega ancora il poliziotto – che stavamo già lavorando e che lo stavamo facendo anche per la sua sicurezza, ed è stato a quel punto che mi ha messo il braccio alla gola e mi ha spinto“.

A quel punto intervengono i colleghi, ma succede che una poliziotta cade e si sloga la caviglia. Interviene la Digos che trattiene De Laurentiis e lo porta in tutta fretta sulll’aereo mentre il sostituto commissario va in pronto soccorso: “Io stavo soltanto facendo il mio dovere, ma non posso derogare alle regole. Come ogni agente sono al servizio del cittadino, e non di un privato“.

Quello che resta è una brutta storia, che per De Laurentiis potrebbe avere conseguenze penali, e che a dire il vero già poteva costargli cara sul momento, visto che la legge prevede l’arresto per una condotta come quella da lui posta in essere, ma è facoltativo.

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