Durante la partita Lazio-Napoli gli ultrà biancoazzurri per tutti i 90 minuti hanno ricoperto i tifosi napoletani di insulti razzisti, sciorinando tutta la loro ignoranza e stupidità. Come se non bastasse per completare l’opera hanno schernito Zuniga insultandolo e facendo partire i classici ululati beceri ed ormai anche poco fantasiosi. Tuttavia questa non è una novità, cori anti-napoletani si sono sentiti anche nelle “civilissime” Cesena, Brescia, Cagliari ed appunto ieri a Roma. Addirittura in Europa a Bucarest ed a Liverpool si sono sentiti cori e sono spuntati striscioni anti-partenopei.
Eppure sia la FIGC che l’UEFA hanno promesso sanzioni pesantissime per i cori razzisti. La regola introdotta da Maroni parla chiaro: “Le società sono responsabili di slogan razzisti ed esortazioni alla violenza da parte dei loro tifosi”. L’UEFA sta invece battendo una campagna feroce contro il razzismo. Eppure le pene si limitano a sanzioni pecuniarie.
Scoppiò un vero caso quando i tifosi juventini insultavano a ripetizione Balotelli; stessa cosa è successa quando i tifosi cagliaritani ricoprivano di “buu”le giocate di Eto’o. Certo Balotelli fa più audience, così come l’Inter ha una maggiore protezione mediatica. Ma non esiste razzismo di serie A o di serie B. Esiste il razzismo e basta, una piaga da combattere in tutte le sue sfumature.
I napoletani ovunque vadano vengono discriminati ed offesi, senza ricevere alcuna tutela. La speranza è che la società in primis si muova per difendere i fans azzurri che seguono con passione e calore la propria squadra. De Laurentiis dovrebbe alzare maggiormente la voce nel Palazzo, mentre Cannavaro, capitano e simbolo del Napoli, dovrebbe chiedere al direttore di gara la sospensione della partita laddove si sentano cori razzisti o in caso di esposizione di striscioni anti-napoletani.
Francesco Ferrara NAPOLICALCIO.NET