Nella notte tra lunedì e ieri mattina la città di Napoli è stata tappezzata di volantini anti-De Laurentiis. Gli autori di questa iniziativa, che non si sono firmati e che probabilmente non appartengono alla tifoseria organizzata, accusano il patron azzurro di trattare il Napoli come un business.
Il titolo è piuttosto eloquente: “Aurelio, il Napoli non è il tuo film”. Il manifesto continua così: “La nostra squadra, la nostra maglia noi ce le sentiamo addosso, sulla pelle, a difesa della nostra metropoli che come lei ben sa vive di calcio, di quella casacca. Lei lo sa bene ed approfittando dell’amore dei tifosi trae benefici economici ad ogni occasione. E’ giusto, lei è un imprenditore, ma noi non siamo il suo cinepanettone di Natale”. L’allusione riguarda probabilmente alla cessione di Quagliarella, amatissimo a Napoli, ritenuta necessaria dal presidente per non rompere l’equilibrio del gruppo. Lo stesso De Laurentiis aveva detto di preferire una Napoli di sudamericani piuttosto che di napoletani, suscitando la reazioni di molti tifosi anche illustri come Bruscolotti. Prosegue il j’accuse di questi tifosi: “Una delle più grosse è quando ha definito l’Europa League una ‘coppetta’. Magari a lei non porterà tanti soldi ma per noi napoletani il solo leggere il nome Napoli in quel tabellone tra squadre europee, dopo tante sofferenze, ci inorgoglisce, ci fa venire i brividi”.
Il gruppo “misterioso”attacca il patron anche per la gestione delle partite in pay-per-view e conclude: “Presidente, Napoli non dimentica. Noi viviamo per esigere rispetto dei nostri colori, rispetto che lei sembra perdere di giorno in giorno. Il Napoli rappresenta una città, un popolo e non un giocattolo nelle sue mani”.
Ognuno può giudicare questo episodio come meglio crede ma una cosa è certa: si è trattata di una forma di protesta civile, educata e soprattutto non violenta, tre parole che sembrano ormai scomparse nel mondo del calcio.
Francesco Ferrara NAPOLICALCIO.NET
