In alta montagna si respira un’aria diversa, un’aria che libera la mente e riempie i polmoni, che ti da la carica e la forza di vincere anche quando sembra che le cose si stanno mettendo per il verso peggiore. Contro un avversario ostico come i blucerchiati assetati di punti, vista la critica posizione di classifica e l’incapacità di esprimere gioco con continuità, gli azzurri hanno condotto in porto una splendida vittoria all’insegna della tenacia e del cinismo, degni di quelle squadre che in montagna ormai ci sciano da lungo tempo. Una vittoria oseremmo dire “super” perché arriva dopo una sconfitta che avrebbe potuto tagliarci le gambe e ridimensionare i nostri piani e invece non ha affatto modulato le ambizioni dei nostri undici leoni che all’occorrenza diventano anche undici portieri e, soprattutto, undici fratelli. Sì è proprio così, è armonia pura, la stessa armonia in cui si risveglia la città per la sfida con l’altra parte dei genovesi che non c’è stata mai tanto simpatica, la stessa armonia che riesce ad intenerire il cuore di pietra di quella parte di stadio che fino a ieri non è mai scesa a compromessi con il resto dei tifosi, quella famosa curva A che invece, con coriandoli e giochi di fumo, ha mostrato tutta la commozione e la voglia di vincere, repressa da tanti anni di oblio. Inizia tutto così, nel solito splendido scenario di fuorigrotta, baciata da un sole quasi estivo, che riscalda gli animi dei cinquantamila pronti ad esplodere, boato di rito per l’abbraccio della squadra e mega triplice boato per il nostro San Gennaro di fiducia che fino all’ottantasettetismo di due domeniche fa era quasi diventato il patrono ufficiale della città. Inizia il primo tempo con le squadre che si studiano, il Napoli un po’ sornione e i Doria poco incisivi, quasi intimoriti dall’atmosfera, sono proprio loro a provarci in un paio di occasioni con Del Vecchio e Cassano che però risultano essere solo selle “occasioni”. Gli azzurri allora decidono di scendere dal letto e mettere le pantofole, e Santacroce per poco non segna con la forma del cuscino sulla guancia, scossa di entusiasmo per lo stadio che inizia a premere e neanche il tempo di ragionare per i doriani che parte il panzer, triangolazione Gargano, Hamsik e palla a Lavezzi che brucia tutti, piattone al centro e Mannini insacca a porta vuota….che Napoli!!! E’ il 24’ e gli azzurri sono sulle ali dell’entusiasmo, fanno girare palla, giostrano a centrocampo, la Samp sembra non esistere e Cassano è solo la controfigura di un calciatore, molto più simile ad un attore di teatro. Finisce così il primo tempo e quando le squadre rientrano in campo sembra essere tutta un’altra partita, i blucerchiati iniziano a calarsi nella parte e premono su tutti i fronti, ma la difesa del Napoli è una diga, Contini si fa in quattro e Santacroce sembra quasi un Thuram di altri tempi….risultato? Non si passa!!! Intorno alla metà della ripresa però poi si inizia a soffrire veramente sul serio, i Doria ci provano più volte e al minuto 62’ Cassano ci riesce, ma l’arbitro annulla per fuorigioco. Il Napoli sembra essere di nuovo in trans, palle perse, disattenzioni varie spazi aperti alle incursioni di Padalino e di Del Vecchio, fino al secondo gol di Mannini, perché quella palla salvata sulla linea è pure meglio di un gol. Allora suona la sveglia, Lavezzi sembra capire che bisogna cacciare un altro coniglio dal cilindro per poter festeggiare dopo la partita e…..detto….fatto!!! E’ il minuto 74’ quando il pocho si invola di nuovo come un razzo,beve mezza difesa avversaria e angola un diagonale velenoso che Castellazzi riesce solo a deviare con la punta delle dita, ma non serve a nulla perché la palla arriva al Panteron che entrato da soli tre minuti non può sciupare un occasione così ghiotta, ed è 2 a 0. Lo stadio è in tripudio e tutto il resto è solo storia perché adesso sono 23 e il panzer non si ferma, l’appuntamento è a Bergamo domenica prossima, con tanti sassolini da togliere dalle scarpette. Quello che conta dire adesso è solo : “ VI VOGLIAMO COSI’ !!! ”.
Enrico D’Amato NAPOLICALCIO.NET
