Napoli, dopo Parma appare sempre più evidente: Cavani ormai è un ‘uomo in missione’, la sua si chiama Scudetto

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Gli azzurri ottengono al Tardini un successo fondamentale ed ora hanno l’intenzione di provarci fino all’ultimo. Sarà importante arrivare al 1 marzo con meno distacco possibile.

Attenti a quei due. Il messaggio è stato stampato a chiare lettere sul successo del Tardini con le firme in calce di Hamsik e dell’immenso Matador. Una risposta chiara al campionato ed alla capolista: il Napoli non ha nessuna intenzione di non provarci.

A Parma non è stata una passeggiata di salute, di fronte una squadra che ha legittimato in pieno i 31 punti in classifica imponendo ritmi altissimi ed una manovra che Donadoni ha avuto il merito di cucire addosso ad un organico di tutto rispetto. Tant’è che Parma, prima dell’avvento di Cavani e compagni, era rimasta l’ultima roccaforte inviolata dell’intero torneo ed a fine gara i complimenti di Mazzarri all’ex Ct della Nazionale sono apparsi onesti e assolutamente meritati.

Tralasciando infatti i miracoli di De Sanctis e di Cannavaro sulla linea, ci sono da registrare i troppi errori in zona goal e sopratutto un’eccessiva difficoltà nella gestione del vantaggio: in questo momento è forse proprio questo il lato più vulnerabile della squadra di Mazzarri. Gli azzurri, infatti, pronti-via non hanno difficoltà ad imporre il proprio gioco e ad arrivare al vantaggio.

Ma è proprio quello il momento in cui sembra incepparsi qualcosa: il baricentro scivola puntualmente verso il basso ed ecco che la pressione dell’avversario e gli sprechi sotto porta spesso si traducono in punti persi. Vecchio difetto di fabbrica, forse insanabile a questo punto della stagione. A Parma, infatti, gli azzurri hanno perso la bussola nel momento del pareggio emiliano e la partita sembrava piegarsi dalla parte del gialloblù.

Ma proprio quando la gara sembrava presagire un Napoli alle corde, ecco l’illuminazione: quella di tale Lorenzo Insigne che consegnava a Matador un pallone da spedire in porta con disarmante ma apparente facilità. Ormai sarà questo il copione destinato a ripetersi da qui alla fine, le sorti degli azzurri saranno inevitabilmente legate alla vena realizzativa di Cavani, che a lasciare il segno – magari prima di cedere le proprie grazie ai milioni di arabi o russi – ci ha fatto più di un pensierino. Anzi, per l’attaccante uruguaiano lo scudetto sembra ormai essere diventato una missione dai contorni quasi evangelici.

Catania, Lazio, Samp, Udinese: un mese e quattro impegni che separano gli azzurri dalla supersfida contro la Juve del 1 marzo. Un appuntamento importante, certamente non decisivo ai fini dello scudetto, ma sicuramente determinante per capire le concrete possibilità di successo finale. Sarà importante arrivare a quella data con meno punti possibili di distacco dalla capolista. Ammesso che da qui ad un mese i bianconeri siano ancora primi in classifica. E tra polemiche, rigori, arbitri e presunti complotti, siamo già allo scontro aperto. Sarebbe il caso, però, di darsi una calmata. Per il bene del calcio.

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