Napoli: bocciato all’esame di maturità.

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Donadoni aveva affermato alla vigilia di Genoa-Napoli che questa partita rappresentava un esame di maturità per i suoi. Ebbene se è così il Napoli è stato clamorosamente bocciato, non tanto per il risultato, comunque eccessivamente pesante considerando i valori visti in campo, quanto per il modo in cui è arrivata la sconfitta, figlia degli errori dei calciatori ma anche dello stesso allenatore. Infatti il Napoli, dopo l’espulsione un po’ affrettata di Criscito da parte di Tagliavento, era stato bravo a trovare il vantaggio con un’ottima azione costruita da Quagliarella ed Hamsik, che dopo aver saltato elegantemente Amelia depositava in rete. Poi a pochi secondi dal fischio finale del primo tempo gli azzurri, invece di amministrare il gioco e tenere palla, si facevano cogliere impreparati su un rinvio di Amelia che metteva  davanti a De Sanctis, reo di non essere uscito, l’attaccante Sculli che andava a terra dopo un contrasto con Campagnaro. In realtà era l’attaccante genoano che andava a sbattere contro il difensore azzurro, ma l’arbitro la vedeva diversamente ed espelleva anche Campagnaro concedendo il rigore alla squadra di casa. Floccari non falliva e così il Napoli andava al riposo sull’1-1 e con la parità numerica quando poteva farlo in vantaggio di un gol e di un uomo. Sono apparse discutibili alcune decisioni dell’allenatore azzurro, come quella di lasciare in panchina Lavezzi e Gargano: anche se i due giocatori sudamericani non avevano i 90 minuti nelle gambe a causa dei viaggi transoceanici a cui sono stati sottoposti per le gare di qualificazione ai Mondiali, sono comunque importanti per l’economia del gioco della squadra. In secondo luogo Gasperini ha mostrato di saper leggere meglio la partita rispetto al suo collega, osando al momento giusto ed indovinando tutti i cambi. Donadoni invece lasciava tre difensori quando il Genoa giocava con una sola punta ed ha inserito i due sudamericani solo quando il Napoli è andato sotto. Infine comincia a preoccupare la fragilità della difesa, perché sette gol presi in tre partite sembrano davvero troppi. Da sottolineare la prova poco convincente dell’incerto Tagliavento, che espelleva troppo precipitosamente Criscito per un “vaffa”che ormai appartiene al gergo di quasi tutti i calciatori, concedeva un rigore a dir poco discutibile al Genoa, invertiva spesso i falli, abboccava a simulazioni e non riusciva a tenere in pugno la partita. Insomma Donadoni dovrà risolvere ed anche presto le lacune di questo Napoli, perché con questo passo il sogno Europa resterà tale. 


Francesco Ferrara NAPOLICALCIO.NET

 

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