Napoli: bastano 15 minuti di grande Arsenal per far andare in fumo le idee di Benitez

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Gli azzurri si sono arresi alla migliore organizzazione di gioco dei londinesi. L’assenza del Pipita si è fatta sentire, e il turnover non può bastare per colmare certe lacune.

Quindici minuti di inferno. Quello dell’Emirates, della furia dei Gunners. Nessuna sopresa, era infatti quel che ci aspettava da questo secondo atto del girone F di Champions. Il Napoli impatta contro la macchina quasi perfetta di Wenger, contro un gioco avvolgente, a tratti devastante, frutto del mix di talento, esperienza, freschezza atletica ed applicazione tattica.

Pressing asfissiante dal primo munuto di gioco, pochissimi palloni lasciati alla gestione degli uomini di Benitez, Ozil vero mattatore del centrocampo inglese ed una facilità disarmante nel trovare la via della sedici metri avversaria. Gli azzurri hanno subìto il gioco avversario per tutto il primo tempo, per poi disputare i secondi 45 minuti con l’approccio dignitoso di chi ha capito che ad un certo punto sarebbe stato meglio limitare i danni, anche in ottica differenza reti.

Benitez, manco a dirlo, è rimasto coerente con le proprie idee anche alla vigilia del match: presentarsi a Londra con un 4-2-3-1, con tre mezzepunte offensive più l’atipicità di Hamsik non è cosa da tutti, ci vuole un bel coraggio. Specie se proprio nelle ultime ore la doccia fredda del forfait di Higuain ha costretto il tecnico a rivedere l’approccio tattico: senza la velocità e la profondità dell’argentino gli azzurri hanno da subito arretrato il baricentro offensivo, schiacciati dal gioco a memoria degli inglesi.

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Poco incisivo Pandev, lasciato solo nella morsa di Mertesacker e Koscielny, Hamsik sovrastato dalla coppia Arteta-Flamini e lì davanti il talento di Ramsey e Giroud ha provocato gli incubi a Britos, peggiore in campo della serata. Ma è ormai chiaro che il tecnico partenopeo ha impresso una chiara impronta alla filosofia della squadra, in netta antitesi con l’eccessiva prudenza del passato: affrontare sempre l’avversario a viso aperto, senza timori nè tutele tattiche. Un approccio che finora, Arsenal a parte, sembra aver dato i frutti sperati.

La nota positiva la si trova nei numeri: Napoli secondo nel girone, avendo già affrontato Arsenal e Borussia, in coabitazione con i tedeschi. Tra questo ed il prossimo turno (22 ottobre) con la trasferta di Marsiglia il campionato riserverà l’impegno casalingo contro il Livorno al San Paolo e quello che si annuncia come il primo vero match-scudetto, vale a dire quel Roma-Napoli già imperversato dalle polemiche per la note vicende legate all’ordine pubblico.

In mezzo una sosta, che a questo punto arriva come manna dal cielo: per domenica prossima i forfait di Higuain e dello stesso Albiol sono già certezze. La più grossa preoccupazione di Benitez si sta materializzando: i troppi impegni ravvicinati rappresentano un rischio per le condizioni fisiche dei migliori, chiamati quasi sempre alla presenza in campo. Ben venga la sosta dunque, il turnover evidentemente non basta.

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