Prossimo avversario: l’Atalanta, una dea che naviga in brutte acque.

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Ninfa dotata di straordinarie capacità atletiche, Atalanta rappresenta una delle immagini femminili più note della mitologia greca e, volendo augurare ugual sorte alla propria squadra, a Bergamo pensarono bene di affibbiare il nome della dea al club cittadino, sorto nel lontano 1907. Gli orobici non hanno vissuto stagioni particolarmente gloriose, eccezion fatta per l’annata 1962/63, quando conquistarono il loro unico trofeo di rilievo, la Coppa Italia, battendo in finale il Torino. Nuovo lustro ai colori nerazzurri è stato dato sul finire degli anni ’80. Mentre il Napoli di Maradona mieteva successi in Italia e in Europa, l’Atalanta raggiunse un’insperata semifinale in Coppa Uefa, dove però dovette cedere ai belgi del Malines, poi vincitori del torneo. Nonostante l’altalena costante tra prima e seconda categoria che ha contrassegnato la loro storia, i bergamaschi restano la principale realtà italiana al di fuori delle grandi metropoli, avendo disputato ben 50 campionati in Serie A. Per tale motivo l’Atalanta è da sempre ritenuta la regina delle provinciali, alla cui guida resta la famiglia Ruggeri. Il presidente Ivan rilevò il club nel 1994, ma ha dovuto abbandonare la carica nel 2008, quando venne colpito da un aneurisma. A tenere le redini della società è attualmente il figlio Alessandro, che ha voluto assumere Angelo Gregucci all’inizio di questa stagione, scelta che poi si è rivelata infausta, visto che dopo solo 4 partite, e altrettante sconfitte, sulla panchina dei nerazzurri si è accomodato Antonio Conte. Reduce dal meraviglioso campionato alla guida del Bari, coronato dalla promozione in massima serie, l’ex centrocampista della Juventus si è accasato in Lombardia dopo i contrasti con la società pugliese nella scorsa estate, causa dell’inattesa rottura con il club del presidente Matarrese. Finora Conte non è riuscito ad imprimere la svolta, visto che l’Atalanta è penultima in classifica, appena un punto sopra le ultime della classe, Siena e Catania. Inoltre i nerazzurri non giocano da metà dicembre, quando impattarono all’ “Atleti azzurri d’Italia” contro l’Inter per 1-1. La successiva partita contro il Bologna al “Dall’Ara” è stata rinviata per le avverse condizioni meteorologiche. In casa è arrivata un’unica vittoria, un 3-1 ai danni del Parma, e questo sta a spiegare i motivi della contestazione ricevuta dalla squadra alla ripresa degli allenamenti dopo le festività. È anche vero che a Bergamo sono già arrivati tutti i top team, quali Inter, Milan, Juventus, Roma e Parma, ovvero le attuali prime 5 in graduatoria, ma ciò non sembra giustificare i pessimi risultati sinora ottenuti. Il campo orobico è sciagurato per il Napoli, asfaltato negli ultimi 2 anni con due pesantissime batoste, rispettivamente per 5-1 e per 3-1. L’ultima affermazione partenopea in casa nerazzurra risale addirittura a 15 anni fa, un 3-1 firmato Buso, Imbriani e Agostini. Gli azzurri sono già riusciti a sfatare il tabù Cagliari, potrebbero cercare un soddisfacente bis, ma di fronte avranno una squadra bisognosa di punti, che baderà esclusivamente al risultato, senza tanti fronzoli dal punto di vista dello spettacolo. Tra i pali c’è l’ex Nando Coppola, allontanato da Napoli in maniera troppo superficiale dopo una nefasta sconfitta casalinga per 5-1 contro il Bologna. A fargli compagnia c’è il portiere dell’Under 21, Andrea Consigli, ennesimo talento proveniente dal vivaio atalantino, il migliore d’Italia in assoluto. La retroguardia è composta da Pellegrino, Talamonti, Peluso, Bellini, Manfredini, l’ex partenopeo Garics e Bianco, giunto da Cagliari. La linea mediana è guidata dall’inossidabile Doni, capitano e bomber storico della dea. Al suo fianco troviamo Ferreira Pinto, spauracchio degli azzurri nelle ultime annate, Guarente, Padoin, Valdes, tutti appartenenti alla vecchia guardia, rinfoltita con l’arrivo di Barreto dalla Reggina, Caserta dal Lecce, Madonna dall’Albinoleffe e Radovanovic dal Pisa. L’attacco appare la parte debole della rosa, specialmente dal punto di vista numerico. Il colpo dell’estate è stato Acquafresca, proveniente dal Cagliari nell’operazione che ha portato Floccari al Genoa (a proposito, notizia d’oggi: Floccari ha firmato per la Lazio). Il giovane Robert ha deluso, facendo peggio del più veterano Tiribocchi, approdato da Lecce. Ancora troppo inesperto Tiboni, 22enne acquistato dal Verona. La salvezza appare tutt’altro che scontata, spetta al Napoli ridimensionare ulteriormente le ambizioni degli orobici.

Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET

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