Dopo la dittatura, l’inizio di una nuova era.

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Settimana tribolata a Castelvolturno, animata da più di un colpo di scena. Questa volta a tener banco non è una prestazione deludente della squadra, ma una rivoluzione societaria che ha visto come prima vittima il direttore generale Pierpaolo Marino. Le prime voci di possibili dimissioni da parte del dirigente azzurro, si erano avvertite nell’immediato post gara della partita interna del Napoli vinta,anche se a fatica, per 2-1 contro il Siena. Poi la conferma è arrivata appena due giorni dopo, quando Marino e De Laurentiis hanno reso pubblico il divorzio consensuale attraverso un comunicato sul sito ufficiale della società. L’ex dg del Napoli ha fatto sapere, attraverso una conferenza stampa, il suo amore per la squadra per cui ha sempre tifato, per quei tifosi che nonostante tutto gli hanno regalato mille emozioni e per quel presidente che si è fidato ciecamente di lui affidandogli le “chiavi di casa”. Sia durante la conferenza del direttore che dopo, si sono scorti scenari intriganti e che hanno fatto un pò di luce su questo fulmine a ciel sereno. Il primo particolare che si è subito evidenziato, è stato la fierezza e la soddisfazione di Marino dell’operato dei suoi cinque anni. Ha fatto subito notare che non è mai esistito un dirigente di una socità di calcio che ha vinto il campionato di prima, seconda e terza serie e che questa situazione lo avrebbe di diritto inserito nella storia del Napoli. Nessuno mette in dubbio il lavoro svolto da Marino, vincere campionati di diverse categorie consecutivamente è sempre difficile, però un bagno di umiltà e ammettere che qualche piccolo grosso errore è stato commesso nella sua direzione sarebbe stato apprezzato molto di più. Considerando poi l’illimitato badget che aveva a disposizione ogni anno e dei vari flop che sono arrivati e del prepotente ingaggio che hanno e stanno tutt’ora percependo (Bucchi, De Zerbi, Amodio, Dalla Bona) non si può dimostrare tutta quella soddisfazione di aver condotto il Napoli dalla C alla notte di Lisbona; poichè quando il seguente anno il Napoli doveva dimostrare di aver fatto quel salto di maturità, ecco che la squadra è diventata la più grande delusione della serie A. Altri scenari sono poi sorti in seguito; il motivo per cui il dirigente avrebbe dato le sue dimissioni, è stato la mancata approvazione del dg di dividere i suoi compiti con un’altra persona fidata scelta dal presidente. Insomma Marino era convinto che ormai il massimo responsabile della società era lui e solo lui doveva rimanere. In questo caso si è visto l’uomo deciso De Laurentiis, che per il bene della società non guarda in faccia a nessuno. Ma non è di certo finita qui. Il potere aveva un pò confuso le idee al Signor Pierpaolo, che aveva instaurato con gli impiegati del Napoli e con i giocatori un rapporto davvero freddo e, nei modi, somigliante alle dittature instaurate anni addietro. Ora, però, che la dittatura ha avuto fine, finalmente il Napoli può avere la sua struttura societaria, con ogni componente dedito al suo compito. Anche un altro passo è stato completato (o almeno non ancora) affinchè anche noi possiamo realizzare il sogno di diventare grandi, perchè il progredire di una società si vede anche da fattori esterni al rettangolo di gioco. Oggi inizia una nuova era, sperando che possa essere il continuo di quell’ indimenticabile FILM degli anni ottanta.

Arcangelo Cervone NAPOLICALCIO.NET

 

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