Cavani-De Laurentiis, si ripete il copione che portò alla cessione di Lavezzi

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Le parole degli ultimi giorni ricalcano fedelmente il copione dell’addio di Lavezzi, storia di un anno fa. Se separazione sarà, non avrà colpevoli. Ma il Napoli ha un dovere…

La sensazione, con i giorni che passano, è che i tifosi del Napoli stiano assistendo ad un film già visto. Dopo il tormentone Lavezzi, ecco il tormentone Cavani: copione e interpreti sono praticamente gli stessi, fatta eccezione per i giocatori. Tutto converge verso un epilogo della vicenda simile a quello che la scorsa estate ha portato il Pocho via dalla Serie A.

Gli ultimi giorni sono stati significativi alla luce delle dichiarazioni che si sono rincorse tra le due sponde dell’Atlantico. De Laurentiis e Cavani hanno dato il via ad una sorta di danza in cui ognuno sembra scaricare sulla controparte le responsabilità di qualcosa che sta per accadere. La cessione del Matador, per inteso.

Rapido riassunto per chi si fosse perso le ultimissime puntate. Sabato, in occasione del varo della MSC Preziosa, De Laurentiis spiega:

C’è una clausola che possono pagare solo due club, ovvio che possa essere attratto da club come Real Madrid e Barcellona“. Tradotto: dipende da lui.

Nel giro di qualche ora è lo stesso Cavani a ribaltare il fronte dall’Uruguay:

Il calcio è business, non si sa mai cosa può accadere. Amo Napoli come i napoletani amano me, ma decidono i presidenti“.

De Laurentiis e Cavani si ‘palleggiano’ la patata bollente: chi sarà il responsabile di un addio del Matador al Napoli? Il patron ci tiene a risottolinearlo nell’ultima intervista, quella rilasciata a Radio Marte nella serata di lunedì:

Cavani ha un contratto con il Napoli. La clausola rescissoria sarà utilizzata solo se lui deciderà di utilizzarla, di certo non sarò io a mandarlo via“.

E ancora:

Se Cavani resterà di sicuro guadagnerà molto di più. Il Napoli farà sempre la sua parte, però capisco pure le ambizioni personali di un ragazzo. E’ successo lo stesso anche quando è andato via Lavezzi. Se Edi dovesse andare via, lo ringrazieremmo. Il Napoli volterà pagina nel caso e guarderà avanti, sceglieremo i migliori per sostituirlo“.

Parole che ricordano tremendamente da vicino quelle che hanno accompagnato il Pocho Lavezzi verso il Paris Saint-Germain. Basta pescare un’intervista tra le tante, per notare similitudini inequivocabili.

Spero che Lavezzi rimanga a lungo con noi – racconta a Sky e Radio Marte all’alba della scorsa stagione, nel mese di agosto -. Però qualora ci fosse un’offerta pari alla clausola rescissoria e ove mai lui volesse andare in questa squadra, allora non potrei oppormi, ma agirei di conseguenza scatenando il mercato per prendere eventualmente un uomo di grande valore“.

Identico scenario, identica attesa per la decisione del giocatore, identici progetti per il futuro. Il futuro del Matador – che sembrava meno scritto rispetto a quello di Lavezzi – assume contorni sempre più definiti con il passare delle settimane.

Ed è curioso che il Napoli si trovi a fare nuovamente i conti con una clausola rescissoria, quando lo stesso De Laurentiis – in occasione della presentazione di Mario Santana nel luglio 2011 – fece mea culpa per l’idea di inserirla nel contratto di Lavezzi:

Firmandola ho accettato il fatto che se qualcuno dovesse pagarla, con l’assenso del giocatore, sarò obbligato ad accettare. E’ stato un mio errore di imberbe presidente“.

L’errore, casomai, è stato bissare la scelta in occasione del rinnovo di Cavani la scorsa estate. Anzi no, neanche quello. Perchè la clausola è stato l’elemento chiave grazie al quale il Napoli ha strappato il sì del giocatore per il prolungamento, dopo che il rapporto tra le due parti aveva vissuto una fase di ‘crisi’ sbrogliata dal presidente con il viaggio a Cardiff, nel ritiro dell’Uruguay, in piena Olimpiade.

La clausola è convenuta a tutti. A Cavani ed il suo entourage, che si sono ritrovati tra le mani una scappatoia da 63 milioni accessibile solo a pochi prestigiosissimi eletti; a De Laurentiis e al Napoli, che tra due-tre mesi potrebbero ritrovarsi ad incassare una cifra record (sarebbe il quinto trasferimento più costoso della storia) seppur ‘controvoglia’.

Insomma, nessuno sarà realmente colpevole della partenza di Cavani dal Napoli. Trattenere per tre stagioni un giocatore di tale levatura senza appartenere alla cerchia dei top club europei è già un grande risultato per gli azzurri. E non c’è nulla di anomalo, come sottolinea De Laurentiis, nel fatto che il Matador possa subire il fascino del Real Madrid, il club più importante al mondo. E’ la natura del calcio.

Di stonato, in questa storia, c’è solo il gioco dello scaricabarile che a Napoli non interessa a nessuno. Più semplice e più corretto essere chiari, soprattutto sui programmi futuri. La seconda Juve di Lippi è nata dalla cessione di Zidane, l’Inter del Triplete dal sacrificio di Ibrahimovic: non è l’addio del campione il problema, ma come si ricostruisce. E’ qui che il Napoli non dovrà sbagliare.

Discussion1 commento

  1. Leo

    Visto che non vinceremo niente (andare in champions è solo una bella soddisfazione) è ovvio che i giocatori di un certo livello non vogliono restare in squadre non vincenti. I soldi li hanno poche squadre e il Napoli non è fra queste. Ciò che poi più mi dà da pensare è la politica sui giovani: finora ci sono interessanti giovani ma non troveranno mai spazio. La mentalità delle grandi squadre è costruire un modello, vedi Inter, Milan o Juve (perfino Udinese!) in Italia ma Barcellona e molte squadre inglesi in Europa, cosa che a Napoli non c’è ma spero ci sarà in un futuro prossimo.
    E poi anche lo stadio fa schifo! Ce ne vorrebbe uno nuovo in una zona più facilmente raggiungibile in un’area molto spaziosa in grado di ospitare parcheggi e negozi per vendere prodotti ai tifosi (magliette e gadget vari). Le società serie si vedono da questi dettagli che portano ad attrarre tifosi e giocatori generando un circolo virtuoso positivo

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