Il marchio di fabbrica del Napoli si sta sbiadendo. Da quando la continuità di risultati e la velocità del gioco stanno venendo meno, gli azzurri sembrano ‘colare a picco’.
Lo ‘spauracchio’ Bologna ha messo a nudo tutti i limiti di una squadra con carenze di organico e una mentalità non ancora da ‘big’, a questo punto Mazzarri è chiamato a trovare varianti utili a far uscire la squadra dal tunnel.
Nelle ultime uscite, chi ha assistito ai match dei partenopei, ha potuto constatare che nei secondi tempi il cambio di modulo è divenuto un ‘habitué’: Napoli in difficoltà e costretto a recuperare il risultato, passaggio alla difesa a quattro e inserimento sul campo di tutto l’arsenale offensivo a disposizione. Modifica di schieramento, che a tratti ha anche migliorato la manovra.
Il copione è sempre lo stesso: fuori uno dei tre difensori centrali, dentro un attaccante e passaggio dal 3-4-1-2 al 4-3-3 o 4-2-3-1: gli esterni si abbassano sulla linea arretrata e dalla cintola in su spazio al più svariato cambio di uomini e atteggiamento. Che sia l’utilizzo contemporaneo dei quattro ‘tenori’ la strada giusta per risalire?
Le squalifiche di Cannavaro e Grava, gli acciacchi di Britos e Gamberini, il ‘flop’ Fernandez, l’addio di Aronica, i dubbi su un Campagnaro in procinto di salutare a giugno e l’acerbo Uvini: con questi ‘chiari di luna’ gli interrogativi sul pacchetto di stopper a disposizione del tecnico livornese dilagano e per questo cambiare impostazione alla retroguardia consentirebbe di risolverne qualcuno e imprimere maggiore incisività al gioco offensivo.
CON IL 4-3-3 – Con Maggio (o Mesto) e Zuniga schierati qualche metro più indietro, per loro c’è maggiore campo da sfruttare per dare sfogo ai propri affondi; in mediana, se Inler gira a vuoto la presenza di Hamsik al suo fianco (insieme al ‘motorino’ Behrami) può garantire una coppia di piedi buoni in grado di alternarsi nell’avvio dell’azione; davanti, Pandev tra le linee quando è in salute ha dimostrato di poter essere micidiale e un partner ideale per sfruttare tagli e movimenti dell’indemoniato Cavani. Se poi il tridente viene completato dalla fantasia di Insigne, largo a sinistra e pronto ad accentrarsi, allora il Napoli può fare paura.
CON IL 4-2-3-1 – Il discorso per lo schieramento difensivo è il medesimo fatto in precedenza, mentre a centrocampo e in attacco Mazzarri ha provato a schierare le carte allargando Insigne e Hamsik sugli esterni e piazzando Pandev alle spalle di Cavani con Inler e Behrami a fare filtro. Mettere lo slovacco sulla fascia non pare giovare al suo talento, ma d’altronde il numero 17 azzurro è l’unico insieme a Cavani (che però non può essere sacrificato per un lavoro di copertura vista la media goal) a poter cambiare ruolo garantendo le due fasi.
Insomma, Mazzarri ha costruito le sue fortune in carriera portando avanti il ‘credo’ della difesa a tre, ma visti i buoni risultati in termini di cambio di passo e costruzione di occasioni da rete la modifica tattica potrebbe essere un’arma da provare a giocarsi fin dal primo minuto e non da sfoderare solo quando si è costretti a recuperare.
Discussion2 commenti
Mah, speriamo bene, purtroppo la forma mentale è persa, speriamo in una ripresa.
Concordo, adesso tutto dipende dagli attributi che sapranno mettere in campo i calciatori e da un massiccio mercato di acquinsti a gennaio