Dopo l’eliminazione dai Mondiali da parte dell’Italia è d’obbligo fare delle riflessioni anche in merito al non utilizzo di alcuni calciatori dei 23 di Marcello Lippi. La partita di ieri con la Slovacchia ha evidenziato come gli innesti, purtroppo tardivi, di alcuni elementi della panchina avrebbero potuto dare un maggiore contributo alla causa degli azzurri, magari riuscendo anche a garantire maggiore qualità al gioco della Nazionale. Non è stato il Mondiale dei napoletani, poco ma sicuro. Pensiamo a Cannavaro, che ha deluso sotto tutti i fronti, facendo ricordare soltanto la grande forza difensiva espressa nel mondiale in Germania, per poi precipitare a picco contro l’offensiva di Paraguay e Slovacchia. Il capitano lascia la Nazionale nel peggiore dei modi, ma prendere la sua eredità sarà altrettanto difficile. Parlando di Di Natale, anche Totò ha deluso. Capocannoniere indiscusso del Campionato di serie A, in Sudafrica l’attaccante dell’Udinese è stato utilizzato poco e male dal ct Marcello Lippi. Un solo gol in tre partite, poca lucidità sotto porta e mai un tentativo di dribbling. Si può anche immaginare la difficoltà dei giocatori nostrani: in casa propria sono degli eroi, in terra straniera rimangono degli anonimi. La più grande delusione è stata quella relativa però a Fabio Quagliarella. Una delusione però che fa ben sperare solo i tifosi del Napoli. L’attaccante stabiese, autore dell’unico gol su azione degli azzurri nell’amichevole con la Svizzera, è entrato ieri nel secondo tempo. Ha collezionato un buon numero di occasioni da gol, superiori a tutto il reparto offensivo italiano in tre partite giocate. Un mezzo gol e uno straordinario che non possono far altro che far recriminare il fatto che non sia stato utilizzato prima. Così come Maggio, è vero ha giocato pochissimo anche lui, praticamente solo il secondo tempo di ieri. E’ apparso emozionato, poco reattivo ma comunque propositivo. Il Mondiale ora è finito e si pensa al Calciomercato in casa Napoli. Se il Rubin Kazan ha offerto 22 milioni per Quagliarella, il Napoli deve assolutamente rifiutare tale offerta. Non sono importanti questi soldi offerti, se poi non si investe in nulla. Bisogna tenere i propri gioielli a casa, così come Maggio e come quell’Hamsik, apparso in grande spolvero contro gli azzurri. Il Napoli deve ripartire da li, dalle lacrime di Quagliarella che hanno simboleggiato grande attaccamento per gli eventi importanti, per la voglia di fare sempre bene e per lo spirito di sacrificio, che difficilmente in altri calciatori si riesce a trovare. Tradotto vuol dire: non vendere i pezzi pregiati della rosa.
Nicola Sorrentino NAPOLICALCIO.NET