Napoli, piccoli segnali di ripresa, si arresta l’emorragia di punti in trasferta.

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Il nuovo corso targato Donadoni parte con un punto guadagnato contro la Reggina, risultato prezioso non tanto per l’avversario, ultimo in graduatoria, ma per il valore psicologico che assume. Le ripetute batoste rimediate un po’ qua e un po’ là avevano fatto scendere il morale sotto i tacchi a squadra e tifosi. A questo handicap in trasferta nelle ultime giornate si era aggiunta anche l’astinenza in fase realizzativa. Il Napoli non la buttava dentro dal 14 febbraio, al San Paolo contro il Bologna. Ci ha pensato Lavezzi a spezzare il digiuno, scrollandosi di dosso un periodo di appannamento che ha contraddistinto le sue recenti prestazioni, così come quelle dell’altro giovane campioncino, l’irriconoscibile Hamsik degli ultimi mesi. Gli azzurri non sono stati eccelsi, né hanno mostrato qualità e grinta tali da entusiasmare. D’altronde Donadoni è approdato sulla panchina partenopea da meno di una settimana e, visti i tempi così stretti e lo striminzito numero di giocatori attualmente a sua disposizione, non ci si poteva aspettare di più. All’ombra del Vesuvio non è arrivato un mago, sia chiaro, nè una sorta di novello Harry Potter pronto a far risorgere da un giorno all’altro questa squadra. Già in altre occasioni, nell’arco della stagione in corso, il pubblico napoletano ha atteso il suo utopico salvatore, l’uomo che liberasse gli azzurri dalla fase di impasse. Ricordate Datolo? L’argentino, semi sconosciuto dalle nostre parti e mai convocato nella sua nazionale, giunse in riva al Golfo con le stimmate del campione, colui che avrebbe ravvivato il gioco dei partenopei. Ebbene, il povero Jesus ha giocato solo una partita per intero, accontentandosi poi dei secondi quarantacinque minuti a Torino contro la Juventus. Insomma, bisogna saper aspettare e concedere a Donadoni la possibilità di conoscere a fondo la rosa a sua disposizione, per poter poi attuare il suo credo tattico. Occorrerà viaggiare a fari spenti, proprio come dichiarato ieri da De Laurentiis, che si è impegnato ad essere più vicino alla squadra, compatibilmente con la sua attività cinematografica. Sia il presidente sia Donadoni hanno voluto ricordare il gran lavoro svolto in questi anni da Reja, ringraziandolo ancora apertamente per la professionalità e lo stile. Al Granillo è iniziato un nuovo quinquennio, la seconda parte del nuovo progetto societario. I tifosi dovranno pazientare, così come fecero con il primo Napoli di Reja, quello che inizialmente fallì la promozione in Serie B, perdendo la finale del Partenio contro l’Avellino. Sappiamo tutti come la storia si è evoluta. La speranza è che gli azzurri possano scrivere, nel loro prossimo futuro, pagine calcistiche ben più gloriose del recente passato.

Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET

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