Napoli, il dilemma del modulo.

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La partita contro l’Udinese doveva cancellare la sfortunata trasferta di Genova, invece ha aumentato i dubbi e i problemi nella testa di Donadoni. Sicuramente si è visto un Napoli volitivo, ma il gioco non ha convinto al 100%. Quattro punti in quattro partite sono certamente un bottino magro per una club che ha speso più di 50 milioni di euro e per una squadra che vuole puntare dichiaratamente all’Europa. Il Napoli ha attaccato, ha sfiorato il gol in più di un’occasione, ma ha anche rischiato di perdere la partita, tant’è che Di Natale, scugnizzo napoletano, aveva segnato un gol regolare, ingiustamente annullato per fuorigioco. Il Napoli si è presentato col solito 3-5-2, ma quando Donadoni ha cambiato modulo con un più offensivo 4-3-3 nel corso del secondo tempo le cose sono cambiate in positivo, soprattutto si è visto un Lavezzi in forma come non lo si vedeva da tempo. Il Pocho, giocando da ala rende di più che da seconda punta, infatti col 3-5-2 svaria da una parte all’altra del campo spendendo energie e perdendo lucidità sotto porta, inoltre spesso va a gettarsi centralmente dove ci sono centrocampisti e difensori pronti a braccarlo. Col 4-3-3 invece Lavezzi può dare sfogo alla sua velocità poiché riesce a sfruttare le sue caratteristiche, e con l’Udinese è stato a tratti devastante giocando sulla sinistra, quindi sulla destra può fare ancora meglio potendo crossare e tirare col suo piede preferito. Magari con Lavezzi a destra, Quagliarella centrale, e Datolo a sinistra la squadra sarebbe addirittura più equilibrata poiché nessuno giocherebbe fuori ruolo. E qui è il caso di esaminare la posizione di Datolo: l’argentino continua a mostrare ottime attitudini offensive, ma è assolutamente in difficoltà quando deve difendere. Addirittura per pochi minuti è stato impiegato da terzino sinistro, ed il Napoli ha vissuto momenti di terrore dal lato suo con Pepe che attaccava e affondava quando voleva, quindi è stato necessario sostituirlo con Grava. Tuttavia è un peccato non sfruttare al meglio il sinistro di Datolo, che inevitabilmente perde lucidità al momento del tiro o del cross dovendo coprire tutta la fascia. In questo caso però riemerge una vecchia pecca degli ultimi due mercati, nel Napoli manca un terzino puro, c’è solo Aronica che è un adattato essendo un centrale. Perché Marino non ha acquistato un terzino sinistro per provare anche altri schemi? Il dg ha risposto che c’è poco in giro, e che quel poco costa troppo, ma se si vuole puntare all’Europa non si può lasciare un buco in un ruolo comunque importante per il 3-5-2. La prossima partita a Milano con l’Inter sarà un test durissimo ma molto attendibile per sapere dove realmente può arrivare questo Napoli troppo balbettante finora.

 

Francesco Ferrara NAPOLICALCIO.NET

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