Napoli è crisi conclamata: le colpe di De Laurentiis e Benitez

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Il Napoli cade clamorosamente in casa contro il Chievo e gli alibi esibiti da Benitez reggono fino a un certo punto: non si vede una idea di gioco e la difesa ha voragini.

33 tiri in porta, 11 palle goal. Se giochiamo questa partita 10 volte, 9 la vinciamo

Forse Benitez avrà anche ragione, ma per assistere ad un altro NapoliChievo bisognerà aspettare un altro campionato. In questo momento la realtà racconta del tocco chirurgico di Maxi Lopez che riporta gli azzurri alla sconfitta nella prima in casa, roba che non si vedeva dai tempi del ritorno in A. Con le altre big già lì davanti senza particolari problemi in vista. Anzi, oltre alle solite Juve e Roma, anche le due milanesi sembrano avere le carte in regola per dire la loro in questa stagione.

Lo sfogo dei tifosi
Lo sfogo dei tifosi

Ben 33 tiri in porta ed 11 palle goal! Vero, le statistiche non mentono mai. Ma la sconfitta non può spiegarsi esclusivamente con la sfortuna e le parate dell’ottimo Bardi. Certo, quindici giorni di polemiche in casa Napoli, con le vacanze di Benitez, il mancato rinnovo e i rigurgiti di un mercato assolutamente insoddisfacente, non hanno aiutato a tenere l’ambiente compatto. Tuttavia, con un’analisi più specifica si possono cogliere svariate falle nell’impianto tecnico-tattico del “professore” spagnolo.

Contro il Chievo si è vista una squadra spaccata nei reparti, senza una precisa idea di gioco che uscisse dallo sterile possesso palla ragionato. Un predominio territoriale che non offriva efficaci soluzioni d’attacco, indebolito dalla poca spinta degli esterni e dalla poca vena degli attaccanti. Del resto è ormai risaputo che con semplici raddoppi sulle fasce il 4-2-3-1 è sostanzialmente disinnescato. E senza variabili da attuare in corsa il fondamentalismo tattico di Benitez finisce per essere controproducente.

Continuano poi a preoccupare, e non poco, le disattenzioni difensive che con un atteggiamento votato all’offesa finiscono per risultare determinanti, se è vero che, specie contro le piccole, andare in svantaggio può significare poi trovarsi davanti muri insormontabili. Intanto, gli striscioni contro il presidente sono messaggi inequivocabili ed i fischi per la squadra risuonano ancora negli spogliatoi del San Paolo.

Aurelio De Laurentiis e Rafa Benitez al momento si dividono le colpe a metà, il primo per un rafforzamento dell’organico sacrificato a favore dei conti, il secondo per aver consapevolmente avallato una campagna acquisti che non ha elevato la competitività dell’organico rispetto alla scorsa stagione. La reazione a questo punto dovrà essere immediata, a cominciare dall’esordio di giovedi in Europa League, primo atto di un tour de force tra campionato e coppa che inevitabilmente renderà il quadro più chiaro. A cominciare dai rapporti tra presidente e allenatore, il futuro del Napoli è nelle loro mani.

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