De Laurentiis a ruota libera: “Crollo dovuto a un problema di mentalità? Cazzate. Ancelotti fuoriclasse, ma non era simpatico ai tifosi“.
Il Napoli, il sogno Scudetto accarezzato e poi svanito tra le dita, Spalletti la più che concreta possibilità che Zlatan Ibrahimovic firmasse per gli azzurri. Aurelio De Laurentiis si lascia andare a considerazioni e rivelazioni in un’intervista esclusiva a .
“Siamo partiti con 11 risultati positivi – 10 vittorie e un pareggio – poi ci siamo troppo basati su questo avvio. Come la Ferrari a Imola – è il paragone di De Laurentiis per spiegare il crollo del Napoli nelle ultime giornate – Poi siamo caduti tra Covid, Coppa d’Africa e altre limitazioni che hanno complicato il lavoro. E poi non giochi da solo, ci sono almeno un 10-12 squadre che rispetto a 5-6 anni fa si sono rafforzate. Ho visto ragazzi che si sono impegnati, nulla da obiettare”.
“Problema di mentalità? Sono tutte cazzate. Certo il fattore psicologico è importante, ma non posso pensare che ci possa essere una mosca tse-tse che improvvisamente crei un problema a 25-30 giocatori di altissimo livello, mi sembra assurdo”.
Quindi, ecco il primo retroscena. Come è riuscito De Laurentiis a convincere Spalletti?
“Ha un contratto di 2 anni più un’opzione per il terzo. L’ho scelto io, ma a gennaio del 2021. Andai a Milano di nascosto a casa sua e lo feci firmare. Facciamo un secolo e mezzo in due: quando e se vorrà andare via, ci daremo la mano e non succederà nulla”.
De Laurentiis parla poi del rapporto con Ancelotti, iniziato bene e concluso con una separazione non indolore.
“Ancelotti è un fuoriclasse che ha avuto solo ‘il torto’ di non essere simpatico ai tifosi napoletani. Se un allenatore prende la squadra e va sotto le Curve, che hanno due culture diverse ma sono sempre presenti e le ringrazio, e si inchina a loro, diranno tutti che è straordinario. Ciò non fa parte di lui e, non avendo questa ‘furbizia’, non è stato visto come ‘uno dei nostri'”.
Sulle ambizioni.
“Mi accusano di non voler vincere lo Scudetto: io voglio vincerlo, ma i miei capelli bianchi mi dicono che alla lotteria, dove partecipano in tanti, è difficile. Quest’anno avremmo potuto riuscirci, ma all’inizio ho detto ai miei: ‘Priorità assoluta ad entrare nei primi 4 posti, perchè devo tornare in Champions'”.
Altro retroscena, questa volta sul mancato arrivo di Ibrahimovic. Lo svedese aveva già chiuso col Napoli, prima di scegliere il Milan.
“Avevamo già firmato tutto con Zlatan, l’accordo c’era. Poi venne esonerato Ancelotti e al suo posto arrivò Gattuso. Probabilmente preoccupato dalla presenza come quella di Ibra che potesse essere ingombrante, mi chiamò e mi disse: ‘Si fidi di me, non abbiamo bisogno di Ibrahimovic’. Telefonai Raiola e lui mi disse: ‘Non c’è problema, lo porto al Milan'”.
Battuta sul futuro dei big, come Koulibaly o Osimhen, riguardo eventuali offerte super:
“Vediamo un attimo: a parlare son tutti buoni, poi – come dicono Ferrero e Lotito – ‘Pagare moneta, vedere cammello’…”.
La chiusura è sul Bari, di cui è presidente il figlio Luigi.
“Bari ha un popolo straordinario, se ne sta interessando lui che ha fatto un ottimo lavoro. C’è un regolamento della FIGC su cui non sono assolutamente d’accordo: la UEFA permette a un figlio e a un padre di avere 2 club che partecipano alle coppe europee. Se non dovessimo vincere i ricorsi in atto ce ne faremo una ragione e sarà venduto: ce la metteremo tutta per portare il Bari in A, ha 1 milione e 200mila tifosi, è l’ottava squadra italiana”.