Napoli, col Sassuolo uno stop che alimenta i primi dubbi: il turnover non regge, seconde linee deludenti

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Secondo Benitez un pareggio che suona come un piccolo campanello d’allarme: le lacune del Napoli restano evidenti.

Il calcio a volte può essere inspiegabile. O meglio, non tutto va sempre come ci si può aspettare da quelli che sono i valori in campo. E sopratutto quando si guardano i punti in classifica: un testacoda Napoli-Sassuolo scontato nei pronostici e, probabilmente, nell’approccio ambientale tra Fuorigrotta e dintorni.

I 7 goal incassati dagli uomini di Di Francesco contro l’Inter – su 15 subìti nelle prime 4 giornate – e lo zero in classifica sono stati il classico biglietto da visita che presagiva una gara senza storia. Ma la prudenza in questi casi dovrebbe suggerire di mantenere alta la tensione.

E magari di non “snobbare” l’impegno con turnover spinti che anche nel recente passato non hanno mai portato i frutti sperati. Regole non scritte che spesso nascondono l’insidia dietro l’angolo.

Diciamolo subito: il momento-chiave della partita si concentra nel minuto 19, quando tale Simone Zaza trova il tiro ad incrociare alle spalle di un incolpevole Reina. Il quale probabilmente non si sarebbe mai aspettato che il giovane attaccante lucano si liberasse cosi facilmente dalle attenzioni di Cannavaro: la prestazione del capitano – e di un inguardabile Fernandez – ha dimostrato ancora una volta tutti i limiti della coppia centrale scelta da Benitez ed ha rafforzato la convinzione che la presenza di Albiol nella linea difensiva sia decisamente imprescindibile.

Da quel momento, appena cinque minuti dopo il siluro di Dzemaili, gli equilibri psicologici si sono incredibilmente invertiti: il Napoli costretto a ricominciare faticosamente daccapo con un assetto lontano dai soliti automatismi ed il Sassuolo rinfrancato dal secondo goal in campionato che capisce di poter fare risultato anche con dieci uomini dietro la linea della palla.

Il resto è un continuo andare a sbattere contro il muro di gomma dei romagnoli, con qualche spavento di troppo per le ripartenze di Kurtic e dello stesso Zaza. Poca lucidità tra i partenopei, poco compatti e corti tra i reparti, imprecisi anche negli appoggi più semplici e senza l’agio degli spazi giusti per piazzare il colpo. Gli azzurri lasciano per strada due punti preziosi, il primato in classifica e forse qualche convinzione di troppo sull’affidabilità dell’intera rosa.

Restano evidenti infatti le lacune da dover colmare – un difensore veloce ed un centrocampista di qualità – che forse dovrebbero suggerire una gestione diversa delle alternative, tenendo comunque conto dell’esigenza di dosare le forze per i molti impegni ravvicinati. Già, perchè tempo tre giorni e si tornerà in campo a Genova, sponda rossoblù.

Appena prima di volare a Londra per la Champions, obiettivo primario del club in virtù degli introiti garantiti da un eventuale passaggio agli ottavi. “Nessuna scusante, dobbiamo e vogliamo rifarci subito”: è Marek Hamsik il primo a prendersi la responsabilità di non cercare alibi.

La reazione, dunque, dovrà essere immediata, c’è uno scudetto da dover rincorrere.

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