La solita consuetudine dei tifosi napoletani…

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C’è chi rimpiange ancora Diego Armando Maradona, pardon, rimpiange i suoi tempi quando il Napoli era una corazzata invincibile e imbattibile capace di vincere trofei e dominare campionati di Serie A, insegnando il calcio sui campi di Milano e di Torino. C’è chi rimpiange invece Reja, allenatore che ha lasciato una figura di serietà e di simpatia nel cuore azzurro, un eroe per metà del tifo che non può dimenticare la cavalcata emotiva che è cominciata in serie C, fra fallimenti e palloni sgonfiati, per concludersi poi con il ritorno nel campionato che conta. C’è chi rimpiange Marino, direttore generale e sportivo, che ha portato nella piazza azzurra calciatori come Hamsik, Lavezzi, Gargano, andandoli a pescare in campionati stranieri o cadetti, lontano da occhi indiscreti e da manager di grandi squadre che invece puntavano sempre sui soliti nomi. Poi c’è l’altra parte del tifo napoletano, quella che non rimpiange ma che esce fuori quando le cose non vanno per il verso giusto e se la prende con tutti, da De Laurentis a Lavezzi, da Quagliarella a Mazzarri. Mazzarri arriva al Napoli, prende una squadra ridotta a nullità, priva di dignità e di forza d’animo e la porta nelle zone che profumano di Champions League. Va tutto bene. Napoli è al colmo della gioia, la Napoli sportiva vede crescere le sue speranze, accompagnate queste ultime da risultati inaspettati. Ritornano nella mente dei più vecchi le prodezze del Napoli che fu. Quagliarella ritrova il senso del gol, Lavezzi è imprendibile, Hamsik fa salire rabbia e invidie nelle squadre che lo desiderano da qualche anno, Denis non sta a guardare e si ritaglia un posto in squadra a suon di gol e di buone prestazioni. La Juventus viene devastata nella propria tana, il Milan non riesce a resistere all’arrembaggio azzurro, la Fiorentina deve inchinarsi al Franchi a un Napoli più veloce e concreto. Con Mazzarri va via anche la paura della trasferta: viene espugnata Bergamo, l’inferno dantesco per il Napoli e la paura diminuisce, sempre di più, quando ci si presenta in terra straniera. Oggi 8 Marzo, siamo al giorno che segue quello di Bologna Napoli. Gli azzurri non vincono da un mese, i calciatori sono stanchi e poco lucidi, sembrano ritornati gli incubi dello scorso Gennaio, quando il Napoli smise di giocare a calcio e si accontentò di rimanere in Serie A, senza infamia ne lode. Puntualmente, quel tifo che bussa alla porta quando non ci sono più vittorie è tornato a farsi sentire. Bersagliati in primis Quagliarella e Hamsik: “Si son dimenticati come si gioca a pallone”, “20 milioni non li vale”, “Cediamo lo slovacco in cambio di 3 4 giocatori all’altezza”. Napoli non merita questo, tutti i componenti della rosa non meritano critiche altalenanti che vengono a rimbombare quando una palla non entra, quando invece di insaccarsi in rete va a scheggiare il palo. Il Napoli non merita questo. Sappiamo tutti di non essere una corazzata, ne di avere campioni pagati fior fior di milioni, ne possiamo permetterci comunque di essere una squadra che lotta per la salvezza. Ciò che però molti non sanno è che non si può sputare gratuitamente sul cuore; quel cuore che i calciatori del Napoli mettono sempre in campo. Quella forza e quell’orgoglio che hanno permesso di raggiungere il pareggio con la Roma, una squadra che lotta per traguardi che noi non possiamo ancora permetterci. Quell’orgoglio e quella fierezza che ha permesso a gente come Hamsik, Gargano e Lavezzi di giurare su carta scritta fedeltà al Napoli. Quell’amore incondizionato verso la propria terra che ha permesso a uno come Fabio Quagliarella di sancire il suo matrimonio con i colori azzurri, a dispetto di altri presunti napoletani che hanno deciso di rimanere a Udine. E’ facile portare un calciatore sul podio del campione e poi riportarlo subito giù, magari relegandolo a ultimo della classe. Napoli non merita questo, merita l’amore eterno del suo pubblico nel bene e nel male. Non facciamo come le altre tifoserie che quando intravedono un minimo errore in un loro giocatore si fanno prendere da isterismo collettivo, contornato da fischi che lo accompagnano fino alla fine della partita. Dimostriamo di amare la nostra squadra, sempre e comunque.

Nicola Sorrentino NAPOLICALCIO.NET

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