Il personaggio della settimana: Roberto Donadoni

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La copertina di questa settimana è dedicata a Roberto Donadoni, l’ormai ex tecnico del Napoli. Dopo l’ennesima sconfitta esterna contro la Roma De Laurentiis, che già lo aveva preannunciato, non ha potuto fare altro che sollevare il tecnico dal suo incarico per sostituirlo con Mazzarri. Una scelta quasi obbligata, tenendo presente i 7 punti conquistati in 7 partite, le 4 sconfitte esterne, i 13 gol incassati più il pessimo finale di stagione dell’anno scorso. Insomma un bilancio assolutamente negativo per Donadoni, che se l’anno scorso aveva l’alibi di aver preso la squadra in corsa, quest’anno non aveva scusanti. Per quanto serio nel suo lavoro Donadoni ha commesso vari errori, di natura tecnica tattica e non solo. Innanzitutto l’ex ct della Nazionale già dalla stagione scorsa aveva il dovere di provare a cambiare schema, trovare un modulo alternativo rispetto al 3-5-2, invece è rimasto ancorato alle origini. Datolo ha giocato fuori ruolo, così come anche Zuniga impiegato a sinistra, e Quagliarella, il fiore all’occhiello della campagna acquisti partenopeo, viene sfruttato male. Al di là degli errori tattici Donadoni non è riuscito ad infondere nelle squadra uno spirito combattivo, tant’è vero che gli azzurri sembrano molli, demotivati, incapaci di mantenere il risultato e allo stesso modo incapaci di cambiare la rotta della partita se le cose vanno male. Insomma quando il Napoli è andato sotto non è mai riuscito a rimontare, mentre i tifosi si aspettano di vedere una squadra combattiva invasa dal cosiddetto sacro furore agonistico. Per fare un paragone neanche troppo antico il caro vecchio Reja incitava la sua squadra agitandosi fino al 90esimo ed anche nel recupero, mentre spesso si è visto Donadoni accasciato sulla panchina non riuscendo ad infondere ai giocatori la carica giusta. Infine è discutibile anche la gestione degli allenamenti di Donadoni, questi infatti si svolgevano a porte chiuse, ai fans era vietato l’ingresso ed i giocatori non potevano nemmeno esultare per un gol in partitella. Vabene la serietà e la concentrazione, ma il calcio è anche divertimento e passione dei tifosi, quindi tale clima di segregazione ha contribuito a deprimere un ambiente già deluso. La speranza è che con Mazzarri cambino le cose, soprattutto dal punto di vista dei risultati che sono e saranno sempre la prima cosa per valutare l’operato di un allenatore.

Francesco Ferrara NAPOLICALCIO.NET

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