De Laurentiis: “Spalletti è l’uomo giusto per il Napoli”

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Il presidente De Laurentiis: “Contattai Spalletti perchè Gattuso non stava bene, sarebbe finita anche con la Champions. Insigne? Sarà quel che sarà“.

Dopo circa 4 mesi, il Napoli interrompe il silenzio stampa. Parla De Laurentiis, che spezza il lungo periodo che da febbraio ha visto il club azzurro con le bocche cucite.

Il presidente azzurro è intervenuto da Roma in conferenza stampa parlando di Covid, calendari, Superlega, Napoli-Verona e della squadra tra campo e panchina, compresa la vicenda Gattuso, l’ingaggio di Spalletti e il rinnovo di Insigne.

“Il Covid non ce l’aspettavamo, ci ha colti impreparati e sono stati momenti difficili. Un problema avuto a marzo lo scorso campionato, ritardando la fine dello stesso e non avere tempo e spazio di riprogrammare quella seguente. Non sapevamo se gli stadi riaprivano e quando, non abbiamo avuto un ritiro e mercato vero: dobbiamo fare la corsa a chi sta nel calcio grazie a noi e anzichè tutelarci ci crea problemi non da poco”.

“Leggevo della possibilità di fare la finale degli Europei a Londra con 75mila spettatori, forse ora riducibili a 25mila… Ricordo che nel primo lockdown mi si chiese di giocare in Spagna: risposi ‘siete matti? E’ più importante una partita che la salute dei popoli?’. Questo mi scandalizza ancora, noi tra poco pubblicheremo i calendari… Draghi deve prendere atto che ci sono più di 30 milioni di italiani che nel calcio trovano una valvola di sfogo. L’80% sono uomini che lavorano per il Paese: perchè allora lui, che gode di tutta la mia stima, si disinteressa completamente a questo mondo e non convince i suoi colleghi a resettare all’unisono la partenza dei rispettivi campionati a una data che sia serena in ottica vaccini? Perchè in Europa non c’è un’obbligatorietà ai vaccini e sento tanta gente in giro che non vuole farlo?”.

“Il calcio per colpa del Covid è sotto di un miliardo e mezzo, ma non mi sembra che il Governo italiano abbia tentato un’innovazione. Bisogna trovare una soluzione, non è mai stato fatto nulla: da 40 anni si dice che c’è una legge sbagliata e nessuno la cambia perchè dicono che deve pensarci il Governo, ma il Governo non fa nulla”.

“Napoli-Verona? E’ stata una grande delusione. Io nell’intervallo sono andato negli spogliatoi a suonare la grancassa, mi ha fatto piacere vedere il goal che mi ha quasi rilassato ma non il successivo pareggio. Arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso sul piano della tensione nervosa, perchè giochi sul filo di lana un secondo, terzo o quinto posto dove il risultato degli altri conta più di ogni altra cosa e dove tu sei stato già bastonato varie volte durante l’anno in partite dove meritavi di più in termini di resa. Poi c’era l’episodio di Napoli-Cagliari che già ci aveva creato patemi”.

“Non ho nulla da recriminare, nell’ultimo anno e mezzo è stato un campionato molto falsato. E già stiamo pensando di partire il 20 agosto senza sapere se potremo ospitare i tifosi…”.

“Superlega? Florentino Perez non mi ha mai contattato. Non sono mai stato a favore del progetto perchè ne faccio una questione economica come loro, ma non è che facendo un super torneo a 12 dove tu inviti gli altri, hai risolto i problemi dell’economia del calcio. Li risolvi se sei cosciente che Champions ed Europa League economicamente non servono a nessuno, perchè Perez non ha avuto il merito di creare la Superlega – una grandissima cretinata – ma quello di dire ‘perchè devo crearla?’. Non possiamo andare avanti con questi fatturati facendo un assist a chi dovrebbe fare segretariato e invece vuole comandare”.

“Sono anni che dico di creare un campionato europeo più equilibrato, ragionando sul fatto che i 5 campionati top possono permettersi calciatori più costosi e meriterebbero un campionato a parte il martedì, il mercoledì e il giovedì al quale devi dare la chance democratica a tutti di poter competere qualificando le prime 6 classificate di ogni torneo delle 5 nazioni. L’UEFA non ha saputo valutare confrontandosi con l’ECA. Dovrebbe prevalere il buon senso e che tutti gli attori del sistema possano sedersi attorno a un tavolo”.

“Spalletti ha avuto sempre la mia stima e considerazione, prima di tornare alla Roma era ancora sotto contratto con lo Zenit e mi disse che non poteva muoversi e noi virammo su Benitez o Sarri. Lo trovo uno che sa allenare molto bene, contro di lui non è mai stato semplice giocare e in contesti come quelli di Inter e Roma la mancanza di proprietà non metteva le cose in chiaro nello spogliatoio se l’è cavata molto bene”.“Il rinnovo di Insigne? Con lui non ci siamo proprio visti causa calendario e impegni con la Nazionale. Per non ‘incasinare’ anzitempo la situazione, dopo gli Europei ci vedremo, ci parleremo e sarà quel che sarà”.

“Non è stato il problema di non essere andati in Champions, è stato il passare fino a stipendi da 156 milioni nel giro degli ultimi anni: spendiamo cifre che non fatturiamo e dovremo valutare il foglio paga dei calciatori in base a ciò che fatturiamo. Non c’è un ridimensionamento ma una presa di coscienza, il budget va rivisto, altrimenti il Napoli fallisce. Per riportarlo sul binario giusto devi tagliare le spese eccessive”.

“Avrei dovuto evitare di fare due acquisti, ma io ci metto entusiasmo e dall’altro lato mi sono sentito dire che il contratto non era possibile rispettarlo… A quel punto fai un sospiro e vai avanti per non incazzarti: devo partire dal fatto che gli altri non la pensano come me”.

“Vedendo Gattuso in forma non perfetta, ho evitato che in tv si potesse speculare per non far ricadere ciò sui tifosi e sullo spogliatoio mettendo il silenzio stampa per creare una continuità di percorso. Convocai una riunione con tutta la squadra anticipando gli stipendi ma chiarendo che il tecnico sarebbe rimasto e che non avrei voluto più sentire storie”.

“Vedendo il mister in quelle condizioni di salute mi sono preoccupato per il futuro e se la situazione degenerasse, ho chiamato subito Spalletti e gli ho chiesto la disponibilità. Benitez? Ci sentiamo ogni 4-5 mesi, è rimasta una sintonia”.

“Non ho avuto la tentazione di confermare Gattuso. Avevo già pronto un saluto prima della partita col Verona, era molto enfatico e lo abbiamo dovuto ‘smorzare’ pubblicandolo dopo il match. L’avevo preso per ‘tamponare’ l’uscita di scena di Ancelotti, anche se lui avesse vinto il campionato la mission a Napoli si sarebbe conclusa. Con Mendes abbiamo parlato a lungo anche del rinnovo ma non ci siamo trovati. L’altalena di risultati è stata la conferma che io avrei dovuto interrompere la collaborazione, anche arrivando in Champions”.

“Vedrò Spalletti venerdì alle 12:30 a Castel Volturno (presentazione l’8 luglio alle ore 15), il nostro mercato inizia domani. Quest’anno non arriveranno proposte incedenti per i nostri calciatori: nessuno è incedibile per delle proposte appropriate. Ho bisogno di far quadrare i conti e di ritornare in Champions”.

“Il caso Salernitana? Difficile dare un giudizio, ma certo è che se io so che non posso avere una seconda squadra in Serie A, devo avere già le carte in ordine per un’eventuale cessione. La stessa cosa che capiterà al Bari di mio figlio: se andrà in A, ci sarà la diatriba sulla parentela”.

“Le nuove maglie? In America abbiamo tantissimi followers ma nessuno le comprava, allora mi son detto di farci noi da sponsor tecnico: magari ci rimetto dei soldi, ma si inizia una nuova realtà. Potremmo presentarle tra il 7  e il 15 agosto”.

“VAR chiamato dagli allenatori? Lo chiedo da 2 anni, ma anche la classe arbitrale è centro di potere. L’Italia è il paese dei poteri forti… In Europa sono molto più attenti rispetto al campionato”.

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