Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è possibilista sulla permanenza di Benitez: “Unica alternativa migliore è Liverpool”. E su Higuain: “Non lo vendo”.

Il Napoli con Benitez e Higuain anche nella prossima stagione. Questa l’intenzione del presidente del club partenopeo Aurelio De Laurentiis. A margine della presentazione del libro ‘Monnezza di stato. Le terre dei fuochi nell’Italia dei veleni‘, De Laurentiis ha

parlato ai microfoni di Sky Sport24.

Riguardo il tecnico spagnolo e la possibilità che lasci il Napoli a fine stagione, De Laurentiis è possibilista in una sua permanenza: “Benitez può restare – ha detto – L’unica opzione migliore, infatti, è solo il Liverpool, nella città dove vive la sua famiglia“.

De Laurentiis ha messo poi a tacere le voci che vorrebbero anche un eventuale addio di Gonzalo Higuain: “Io non ho nessuna intenzione di vendere Higuain – ha detto il patron del Napoli – Piano piano noi stiamo rafforzando la squadra. Adesso faremo degli ulteriori rafforzamenti, che però sono dei rafforzamenti che dobbiamo fare in maniera matematica, non possiamo farli tanto per fare“.

“E’ chiaro – ha proseguito De Laurentiis – che se io so che devo rafforzare il centrocampo, rafforzare la difesa, diventare più forte in determinate situazioni, bisogna lavorarci. Ormai siamo in un mercato che dura tutto l’anno e se le trattative non fruttano per gennaio potranno fruttare per giugno“.

De Laurentiis ha poi elogiato il suo parco portieri a dimostrazione delle buone strategie del club… “Come avete visto, ad esempio, i nostri portieri sono straordinari – ha detto – Mi si era tanto rimproverato di non aver confermato Reina, peraltro grandissimo portiere, ma se io non faccio crescere gli altri questi non cresceranno mai. Anche ieri sera il nostro secondo portiere ha dato dimostrazione delle sue capacità. Riporterò, probabilmente, a Napoli Sepe, quindi ne abbiamo addirittura tre di portieri straordinari. E noi dobbiamo andare anche su questa nuova linea di portieri giovani“.

Riguardo, poi, il fatto che spesso si trova a ‘twittare’ contro l’operato degli arbitri, De Laurentiis spiega: “Ho grande rispetto per chi lavora e quindi anche per gli arbitri – ha detto – Dico soltanto che tutte le mie considerazioni sono atte a modernizzare un gioco che ormai ha delle componenti economiche così rilevanti per cui tutto ciò che in passato è stato voluto da federazioni, da istituzioni calcistiche, da tutto un mondo che è ormai superato, va modernizzato“.

E nella sua spiegazione di cosa intenda per ammodernamento del calcio, De Laurentiis torna su una sua ormai storica idea di quello che dovrebbe essere il calcio relativamente ai top-club… “Guardate un attimo agli Stati Uniti – ha proseguito De Laurentiis – o al Canada dove Giovinco andrà a prendere tra i 35 e 40 milioni, dove tutto quanto sta crescendo. Ma lì non si discute: il business prima di tutto. In Canada e negli Stati Uniti il calcio sta crescendo a dismisura, è qualcosa che stanno tutelando. Però è un circolo chiuso, non c’è la Serie A e poi la Serie B da cui si passa in Serie A. Dove capita che anche le tv sono costrette a mandare in onda delle partite che non vuole vedere nessuno“.

“E’ come se io facessi concorrere una Formula 2 contro la Ferrari o contro la Mercedes – ha spiegato ancora De Laurentiis – ma quando mai può essere competitiva. Ma quando mai un club minore che verrà promosso in Serie A potrà rimanerci e guadagnarsi lo Scudetto? Mai. Quindi, salire in A per poi retrocedere, da parte nostra creargli un paracadute di decine di milioni e fare questo e fare quell’altro… non puzza molto di compromesso? Ma perchè noi dobbiamo vivere questa vecchia Europa stanca, fatta di cose stantie e compromessi“.

L’idea è quella di poter andare a sfidare i top-club europei senza il gap economico che ora mette le maggiori squadre italiane su un gradino più basso… “Secondo me bisogna essere concreti: dobbiamo fatturare di più, dobbiamo essere competitivi contro il Bayern Monaco, contro il Manchester United, contro il Real Madrid… ma qui c’è una tale sperequazione, perchè non sappiamo organizzare i nostri campionati, che fa paura“.