Cigarini ricorda: “Problemi con Mazzarri, Callejon? Faceva troppo il fenomeno”

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Cigarini ha le idee chiare sul suo futuro: “Spero e penso che l’Atalanta mi riscatti. Qui sto bene. Problemi a Napoli? No, i problemi li ho avuti con Mazzarri, non giocavo…”.

Con un suo goal a 4′ dal termine Luca Cigarini ha consegnato 3 punti d’oro all’Atalanta, vittoriosa domenica scorsa sul Chievo. Non è quello del goleador il mestiere del playmaker nerazzurro, che continua a guardare allo juventino Pirlo come massima fonte di ispirazione: “E’ il giocatore più forte del mondo con Messi e Cristiano Ronaldo. Ha tempi e visione di gioco incredibili, appena gli arriva la palla sa già cosa fare. E’ determinante anche se gioca lontano dalla porta“.

Luca Cigarini
Luca Cigarini

In casa Atalanta Cigarini deve vedersela con un giovane ‘clone’ di nome Baselli: “E’ un giovane di grandi prospettive – spiega ‘Ciga’ alla ‘Gazzetta dello Sport‘ – Arriva dalla B, è normale che debba adattarsi, capire che gli equilibri cambiano, che l’Atalanta non è il Cittadella: lo so per esperienza, io sono passato dalla C1 in A. Il consiglio che gli posso dare è di avanzare di una decina di metri, anche se, al contrario di me, preferisce muoversi davanti alla difesa“.

Una coesistenza, secondo Cigarini, è possibile: “Cambiando modulo, sì: lui vertice basso del rombo, io trequartista, o mezz’ala“. Il suo cartellino rimane per metà del Napoli: “Spero e penso che l’Atalanta mi riscatti. Qui sto bene. Problemi a Napoli? No, i problemi li ho avuti con Mazzarri che mi faceva giocare poco, certo non con i tifosi, l’ambiente“.

In tema Napoli, ecco svelata la verità sul suo litigio in Coppa Italia con Callejon: “Stava facendo il fenomeno – ricorda Cigarini – Falli, provocazioni di ogni tipo, un atteggiamento che un giocatore come lui non può tenere. E allora gli ho ricordato che poi sarebbe venuto a Bergamo e che ci saremmo chiariti…“. Altrochè, a giudicare dal 3-0 rifilato dalla Dea agli azzurri.

Azzurri che fanno parte del passato di Cigarini, così come il Siviglia: “Cosa mi è rimasto del calcio spagnolo? E’ molto offensivo, zero tattica e grandi duelli. Per questo forse non mi trovavo“. Chiusura sulla Nazionale: “Penso che Prandelli ormai abbia fatto le sue scelte“. Più che un sogno, il Mondiale sembra un’utopia.

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