Sarri pronto: “Napoli piazza difficile, abituato allo scetticismo”

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Maurizio Sarri pronto al salto in una big come il Napoli, consapevole della grande pressione mediatica: “Esperienza bellissima ma difficilissima”.

Inizia la nuova avventura di Maurizio Sarri, che prende in mano il Napoli e svela le proprie sensazioni dal suo arrivo, raccontando anche i momenti di una trattativa più complicata del solito col presidente De Laurentiis.

Intervenuto ospite al ‘Perlamora Festival‘, Sarri non lascia trapelare un’eccessiva emozione: “Lo stato d’animo è lo stesso di quando sono arrivato nelle altre piazze, non dipende dal bacino d’utenza. Ho visto 25 partite in vacanza, lo faccio sempre quando cambio club”.

L’ex tecnico dell’Empoli, rivelazione della passata stagione, racconta le difficoltà ed i retroscena della trattativa che lo ha portato a Napoli: “Ho anche rischiato di stare fermo, durante una trattativa con la Sampdoria mi arrivarono dei messaggi da una delle squadre più importanti per non farmi firmare, poi il giorno dopo questo grande club ha preso un altro. Mi sono sentito in dovere di dare le dimissioni ad Empoli, nonostante due anni di contratto, perchè non potevo poi alla fine tornare lì per non restare fermo”.

Poi la chiamata del club partenopeo, l’inizio di un affare andato in porto non senza intoppi: “Il giorno dopo è arrivata la proposta di De Laurentiis, trattativa lunga e problematica, durata 7-8 giorni. Lui è un uomo intelligente, è stata una settimana snervante, ma finita bene”.

Sarri si dichiara pronto ad affrontare una stagione dura dal punto di vista della pressione: “So che sarà un’esperienza bellissima ma molto difficile, le tensioni dei media sono pesanti, ma ce la metterò tutta senza prendere l’esaurimento nervoso. Anche perchè se mi diverto io si diverte la squadra ed è questo che alla lunga porta risultati”.

Molti hanno storto il naso quando hanno saputo dell’arrivo di Sarri al Napoli, considerato da molti una sorta di ridimensionamento per il dopo Benitez: “Con lo scetticismo combatto da sempre, Napoli è una piazza importante, abituata a nomi internazionali, ma ci ho fatto l’abitudine. E’ chiaro che Napoli non è Empoli, dove uno può fare l’allenatore con una cultura dei giovani e del settore giovanile, anche farsi seguire dai giocatori che vengono da altre metodologie con stipendi diversi e carriere diverse. Vedremo se il mio modo di allenare sarà idoneo a questa squadra”.

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