Prossimo avversario la Sampdoria, il marinaio rischia di andare a fondo.

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Il campionato era cominciato con il botto: ben 4 vittorie consecutive e, qualche settimana dopo, a “Marassi” sarebbero capitolati anche i Campioni d’Italia dell’Inter. Poi una pericolosa inversione di tendenza e la classifica che ha cominciato a risucchiare la Sampdoria sempre più giù, fino all’attuale decimo posto. I liguri non assaporano il gusto della vittoria dal 22 novembre, quando tra le mura amiche superarono il Chievo. Da quel momento la stagione blucerchiata si è arricchita, si fa per dire, di brutti ricordi, in primis la batosta rimediata nel derby stracittadino con il Genoa. Il rendimento in trasferta è a dir poco allarmante: dopo le due vittorie, ottenute sui campi di Catania e Bergamo, sono arrivate ben 6 sconfitte, le ultime 5 consecutive. Bottino magro per chi aspira ad un piazzamento utile per le competizioni europee. A dire il vero, la partenza sprint della Samp non ha sorpreso più di tanto, vista la qualità dei giocatori ed il tecnico che li guida, quel Luigi Delneri capace di lanciare in vetta alla graduatoria anche il suo Chievo. Come spesso capita, le squadre del mister friulano soffrono questo scatto repentino nel susseguirsi dell’annata, perdendo in brillantezza e in lucidità. A togliere le castagne dal fuoco ci stanno pensando i due gioielli di casa Garrone, Cassano e Pazzini, capaci di evocare nella memoria dei tifosi i fasti della coppia d’oro blucerchiata Vialli – Mancini. Ai due grandi campioni sono associate le stagioni dei trionfi doriani, quasi tutti raggiunti a cavallo tra gli anni 80 e 90. Lo storico scudetto del campionato 1990-1991, le 4 Coppe Italia ottenute nell’arco di un decennio, tra il 1985 e il 1994, la splendida affermazione in Coppa delle Coppe contro l’Anderlecht nel 1990, la Supercoppa Italiana vinta nel torneo 1991-1992. A questi

innumerevoli trofei vanno aggiunte anche le varie finali che i genovesi hanno perso, molte volte immeritatamente. Su tutte spiccano quelle in Coppa delle Coppe e in Coppa Campioni, ambedue appannaggio del Barcellona. L’ultimo atto della massima competizione continentale, disputato nella splendida cornice di Wembley, vide la Sampdoria soccombere solo nei supplementari, a causa di un calcio piazzato di Ronald Koeman. La gradinata sud di “Marassi” non ha mai smesso di ringraziare il presidente di quella meravigliosa squadra, Paolo Mantovani. Gli eredi del compianto condottiero blucerchiato cedettero la società nel 2002 a Riccardo Garrone, attuale proprietario. Con lui al timone, il baciccia (ovvero il marinaio simbolo del club) è tornato a calcare i campi della massima serie, dopo un esilio durato 4 anni. L’ultimo trainer prima di Delneri, a sua volta reduce dai fasti di Bergamo con l’Atalanta, è stato proprio Walter Mazzarri, che domenica sarà dall’altra sponda. L’allenatore toscano ha un unico rimpianto relativo alle stagioni in Liguria, la finale di Coppa Italia persa all’Olimpico contro la Lazio ai calci di rigore. Già sotto la sua gestione si era venuto a formare il duo Cassano – Pazzini, con il primo alla disperata ricerca di una convocazione da parte di Marcello Lippi per i prossimi Mondiali, mentre il secondo si sta confermando bomber di razza, dopo le deludenti prestazioni con la maglia della Fiorentina. Per Giampaolo le reti in questo campionato sono già 8, mentre FantAntonio è salito a 2 grazie al gol nell’ultima giornata contro il Palermo. Altro realizzatore niente male è il grande ex, Daniele Mannini, a segno ben 5 volte. Delneri predilige solitamente il 4-4-2, dando grande libertà ai tre giocatori sopra menzionati. Il resto della rosa appare ben assortita e valida in tutti i reparti. Castellazzi è titolare tra i pali, dinanzi a lui la difesa è composta da Gastaldello, Lucchini, Ziegler e Accardi, con l’aggiunta dei nuovi arrivati Rossi e Zauri, rispettivamente ex di Parma e Fiorentina. A centrocampo, Mannini a parte, il leader indiscusso è il capitano Angelo Palombo, affiancato da Franceschini e lo svizzero Padalino. La linea mediana è quella che ha subito maggiori ritocchi rispetto alla scorsa annata. Gli acquisti sono molti, a partire da Semioli, prelevato dalla Fiorentina, per poi passare a Tissone, prima ad Udine, e Poli, in passato al Sassuolo. In attacco l’unico volto nuovo è Nicola Pozzi, anch’egli ex Napoli, che sinora ha trovato poco spazio. L’altro elemento che fa da contorno a Pazzini e Cassano è Claudio Bellucci, indimenticata spalla di Stefan Schwoch in maglia azzurra. Il reparto offensivo appare privo di valide alternative e l’organico sembra essersi leggermente indebolito dopo le partenze, negli ultimi anni, di Campagnaro e Maggio, entrambi approdati all’ombra del Vesuvio. L’ostacolo che si profila dinanzi al Napoli è pericoloso, bisognerà mantenere alta la concentrazione e lasciare il vecchio baciccia in alto mare.

Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET

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