Paolo Cannavaro: “Volevo restare a Napoli”

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Paolo Cannavaro va a ruota libera: “Ho meritato di essere da Napoli, volevo andasse diversamente. Che feeling con Mazzarri, problemi tra Fabio e ADL, spero che il Sassuolo si salvi”.

A quasi 4 mesi dal divorzio col Napoli, per Paolo Cannavaro è il momento di tracciare un bilancio tra ciò che è stato e il presente chiamato Sassuolo. Lo stopper partenopeo ripercorre la lunga avventura con la squadra della sua città, senza perdere di vista il finale di stagione in Emilia.

A ‘Tiki Taka’, Cannavaro ‘junior’ parla dell’esperienza in azzurro: “C’è stata un po’ di delusione, io speravo che andasse in un altro modo. Non mi è stata data la possibilità, ma va bene così. Durante la mia carriera ho accettato di tornare, nonostante il mio cognome, restandoci per 7 anni e meritandomi sempre di essere da Napoli”.

 

Paolo Cannavaro con la maglia del Sassuolo
Paolo Cannavaro con la maglia del Sassuolo

“Con il Napoli ho vissuto la rinascita dalle categorie minori – ricorda – da troppi anni non eravamo nel calcio che conta. Il Napoli meritava altro ed aver contribuito a questa rinascita mi ha inorgoglito ancora di più della vittoria in Coppa Italia contro la Juventus, che è pur sempre stato un grandissimo successo per la nostra gente”.

Sui paragoni col fratello, Paolo spiega: “Rimango sempre il primo tifoso azzurro. Cannavaro è un cognome ingombrante a Napoli, ma il fatto che dopo tanti anni mi chiamassero Paolo e non ‘il fratello di’ era già un successo. Polemiche tra Fabio e De Laurentiis? Non so se ci siano problemi col presidente, bisognerebbe chiedere a lui: forse con Fabio ne ha avuti di più, avendogli negato la partita di addio al San Paolo, ma quella vicenda non c’entra nulla con quella del sottoscritto”.

Su Mazzarri, autentico ‘mentore’ di Cannavaro a Napoli: “Ha tirato fuori il meglio di me come di molti altri calciatori che ora giocano nei migliori club europei. Tirare fuori il meglio da ogni giocatore è una delle migliori caratteristiche di Mazzarri. Avevamo un rapporto che andava al di là del semplice allenatore-giocatore, poi nel calcio a volte le strade si dividono, ma lo ricordo con grande piacere”.

Chiusura sul Sassuolo, impelagato nella lotta per non retrocedere: “La situazione si è complicata ma la matematica ci da ancora la forza di lottare. Sabato contro il Chievo sarà difficilissima e decisiva, perché loro sono più abituati di noi a questo genere di partite. Passare dal lottare per lo Scudetto al lottare per la salvezza non è facile: ci vuole umiltà, ma questa nella famiglia Cannavaro non manca. Siamo una squadra organizzata, non meriteremmo questa classifica”.

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