Napoli a trazione anteriore, ma consapevole dei propri limiti

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Il Napoli è ancora una squadra che gioca per fare un goal in più, ma con la differenza, da non trascurare, di essere pienamente consapevole dei propri limiti.

Non è solo Higuain, proprio cosi: l’andazzo preso che voleva l’argentino come unico artefice del destino del Napoli è già destinato a ridimensionarsi. Intendiamoci, nessuno vuole mettere in dubbio il peso del Pipita negli equilibri della squadra. Ma aver steso l’Udinese con i colpi di Mertens e Gabbiadini fa aprire un tema nuovo nel racconto di quella che dovrebbe essere, con tutta probabilità, l’ultima stagione con Rafa Benitez alla guida del Napoli: la squadra sembra aver trovato la chiave per ritrovare sé stessa anche quando cambiano gli interpreti.

Si obietterà che la gestione delle risorse da parte del tecnico spagnolo è stata da sempre orientata ad esaltare la filosofia di gioco, a prescindere dagli uomini in campo. Ed in questo senso la coerenza di Benitez è stata totale. Ciò che sembra essere cambiato è invece l’approccio all’avversario. È proprio la rinuncia a quel canovaccio che solo qualche mese fa sembrava non avere soluzione di continuità. E che prevedeva un approccio alla partita inevitabilmente condizionato dall’ossessione di “fare un goal più degli altri“. Di ostentare un possesso palla spesso sterile e di non essere in grado di gestire il vantaggio minimo.

Oggi invece il Napoli è ancora una squadra che gioca per fare un goal in più, ma con la differenza, non trascurabile, di essere finalmente consapevole dei propri limiti. Sconfessati da un mercato diverso rispetto ai desideri dell’allenatore ed accettati con la tranquillità di chi sa di non poter anteporre il blasone personale agli interessi del club. Ecco quindi che l’adattamento al calcio italiano ha prodotto modifiche ad hoc: si pensi, per fare esempi sparsi, a Koulibaly esterno basso contro l’Inter, una scelta che da sola certifica quanto l’area tecnica stia lavorando con priorità su soluzioni che anche in emergenza garantiscano una maggiore solidità difensiva. Oppure all’instancabile lavoro di interdizione imposto ai mediani, ormai completamente liberati da qualsiasi velleità di costruzione di gioco.

Anche lo stesso utilizzo di Manolo Gabbiadini rappresenta in un certo senso una scelta inedita rispetto alle idee del tecnico, i  movimenti del nuovo acquisto costringono l’assetto ad adattarsi al supporto di due punte effettive. Naturale quindi che i centrocampisti in linea spesso diventano quattro, con l’ex doriano che predilige muoversi appena alle spalle di Higuain.

Insomma, i risultati per il momento danno ragione a chi ha sempre sostenuto che in mancanza dei tasselli perfetti occorre fare di necessità virtù. “Bisogna approfittare del momento favorevole“: Pipita dixit pochi minuti dopo aver beffato l’Inter in Tim Cup e la vittoria di ieri confermava in pieno le sensazioni dell’attaccante: Napoli bravo a portarsi sul doppio vantaggio e poi fortunato nel chiudere la partita dopo il solito orrore difensivo che nei prossimi giorni scatenerà il dibattito sullo stato di forma di Rafael. Il prossimo turno concederà alla Roma di passeggiare sui cocci del Parma e la trasferta di Palermo si annuncia come una di quelle tappe da crocevia. Certi appuntamenti non si possono fallire. La Roma è ancora lontana.

Napoli vince con Gabbiadini e Higuain
Napoli vince con Gabbiadini e Higuain

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