Napoli: tanti guadagni, altrettante falle.

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È tempo di crisi, di recessione economica, ma il Napoli non sembra intaccato da questo vortice discendente. La gestione della società voluta da De Laurentiis è sempre stata oculata, mirata all’investimento sulle giovani promesse, con conseguente risparmio per l’acquisizione, visto il loro valore di mercato non eccelso. Se pensiamo che la coppia Lavezzi – Hamsik è costata solo 12 milioni di euro, possiamo renderci conto di quanto sia stato scaltro Marino nel mettere le mani su questi pezzi da novanta. Oggi, per rilevare il cartellino dei due campioncini in erba, occorrono almeno 50 milioni, con un valore che si è addirittura quintuplicato rispetto a due anni fa. Le casse del Napoli hanno segnato un +12, corrispondente ai milioni di euro incassati dalla società durante la gestione della scorsa annata. Questo farebbe dedurre una partecipazione limitata dei partenopei nelle trattative di mercato, ed invece De Laurentiis è stato il secondo presidente in Serie A relativamente alle spese sostenute , dietro solo al megamagnate Moratti, da sempre il numero uno in questo settore. Allora come si spiegano questi risultati altalenanti ed il crollo in classifica? Forse questi investimenti non sono stati poi così azzeccati, vedi le prestazioni di Denis o Rinaudo, tanto per citare due tra gli acquisti della stagione in corso. Per altri, come Russotto, lo spazio offerto dal mister è stato finora davvero esiguo, anche se l’ex trevigiano scalpita per mettersi in mostra. A questo si aggiunge l’ormai conclamata problematica del ritiro anticipato, causa Intertoto, ed ecco spiegati alcuni perché. A conti fatti, la partenza ad inizio luglio ha fruttato solo la partecipazione al primo turno di Coppa Uefa. È anche vero che il Napoli mancava dai palcoscenici europei ormai da dieci anni, ma lo sforzo non è valso, se poi alla prima occasione gli azzurri si sono fatti sbattere fuori da un Benfica non certo invalicabile. A metà stagione i partenopei si ritrovano con tante falle da sanare, in primis la posizione in classifica che, attualmente, non consente nemmeno il raggiungimento dell’obiettivo minimo stagionale. La casa del Napoli non sta messa meglio, il povero San Paolo, ormai 50enne, risente degli acciacchi dell’età. L’impianto di Fuorigrotta presenta vere e proprie voragini all’interno di alcuni settori, una sorta di acquitrino a cielo aperto, pronto ad allagarsi al primo acquazzone. E se il tempo non sarà clemente nei prossimi giorni, il match con il Genoa potrebbe correre qualche rischio. Per questo il Comune ha deciso di investire circa 60mila euro per rimetterlo in sesto, ma al momento la cattedrale partenopea è lontana anni luce dai grandi templi di tutta Europa.

Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET

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