Napoli-Lecce 3-0: azzurri da 30 e lode nella melma del San Paolo.

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Un’altra monetina va ad aggiungersi al salvadanaio azzurro. Fuor di metafora, la squadra di Reja supera un’altra prova di maturità. Non era facile, per una squadra tecnica e veloce come quella azzurra, abituata a veloci scambi palla a terra (come sono lontani i tempi dei lanci lunghi sistematici) imporre il proprio gioco sul campo pesante di Fuorigrotta: mai dal regno di Reja il fango si era rivelato un alleato, mai si era riusciti a trarre il meglio dalla melma. E invece, nell’ultimo incontro casalingo 2008, il Napoli ha archiviato la pratica Lecce con estrema tranquillità, controllando l’avversario e proferendo il minimo sforzo per conseguire il massimo risultato. Tre gol e via, verso il secondo posto in coabitazione con Juve e Milan. Il vecchietto ricerca fisicità schierando Rinaudo in luogo di Santacroce in difesa, e punta sulla voglia di vincere dei suoi ragazzi per ottenere il secondo successo consecutivo sul terreno amico. L’inizio è nervoso, e il Napoli fatica a tessere pericolose trame di gioco nel pantano. Ma Lavezzi, osannato dal pubblico napoletano che lo ha letteralmente adottato e si è schierato dalal sua parte nella vertenza contrattuale, è un furetto impazzito sul bagnato e strappa fior di applausi, quando all’11esimo, sul terreno acquitrinoso, fulmina la difesa salentina e costringe Benussi (graziato dal mediocre arbitro Valeri che gli mostra solo il giallo) all’inevitabile atterramento in area. Rigore e Hamsik non perdona, spiazzando il portiere giallorosso. Azzurri in vantaggio. La reazione salentina è affidata a due destri dal limite di Caserta, di cui il secondo sfiora il palo alla sinistra di Iezzo, mentre il Napoli sfiora il raddoppio con Denis che si fa trovare pronto in scivolata sul cross basso micidiale del Pocho, ma si vede respingere la conclusione da due passi da Benussi. Il Lecce prova a farsi pericoloso ma è uno scatenato Lavezzi a mettere i brividi ai salentini con un destro al volo che esce di poco alla destra del palo, mentre la replica è di Giacomazzi che trova pronta la risposta di Iezzo. Al 35esimo Maggio è portentoso sulla destra, ma il suo cross, spizzato da Denis, porta Hamsik ad una conclusione svirgolata per nulla pericolosa. Al 38esimo lo slovacco è costretto a lasciare il campo a Pazienza per un problema inguinale (eccessivo probabilmente lo zelo di Reja, dal momento che Marechiaro sembra dire, a guardare il labiale, di stare bene) Il Lecce è ancora insidioso con una ripartenza veloce, ma è il ripiegamento di Lavezzi ad evitare la deviazione al volo di Tiribocchi. Episodio dubbio nel finale con un presunto fallo di mano in area del Lecce, poi il Pocho lanciato in velocità tenta un tiro a girare, ma calcia male, palla sul fondo. Il raddoppio è nell’aria e arriva puntuale al 44esimo: cross di Maggio sulla destra, Pazienza è bravo in area di rigore a destreggiarsi e mandare a vuoto un avversario, prima di battere Benussi. Raddoppio azzurro fondamentale prima dell’intervallo. Prima che l’arbitro Valeri mandi tutti a riposarsi c’è tempo per un clamoroso errore di Denis che da due passi mette sul fondo un pallone che scendeva a campanile proprio sul suo destro. Il tecnico Beretta corre ai ripari nell’intervallo inserendo Angelo in luogo di Polenghi sulla fascia destra. L’inizio è da brividi, con Tiribocchi che colpisce subito un legno: sospiro di sollievo quando si scopre che l’attaccante salentino era in posizione irregolare. La risposta azzurra arriva con un destro di Gargano dalla distanza, bravo Benussi a respingere. Il Lecce si spegne su un Napoli brillante e persino un po’ spocchioso nella sua manifestazione di superiorità. Gli azzurri sfiorano il tris prima con Maggio che dopo un contropiede scintillante opta per l’assist invece di un tiro comodo avanti a Benussi, poi con Denis che non trova l’impatto decisivo con il pallone su un cross forte ma solo da spingere in rete del laterale destro partenopeo. L’appuntamento con il gol per il neomelodico argentino è solo rimandato. Ancora cross dalla destra di Gargano, liscio della difesa pugliese e Denis può insaccare il terzo gol in tutta tranquillità. E’ un trionfo. Ma la serata di grazia azzurra ha l’ombra dell’ingenua ammonizione di Lavezzi, che diffidato, si fa ammonire per un intervento cattivo su un avversario a centrocampo, reo di non aver messo palla fuori con Gargano a terra. Seguono minuti di tensione che gli azzurri potevano evitare visto il cospicuo vantaggio. Il Pocho si fa perdonare bruciando per l’ennesima volta la difesa giallorossa e serve a Denis il pallone del poker, che il bomber argentino sbaglia malamente, prima di lasciare il campo all’82esimo a Zalayeta. Ma il finale è movimentato solo dalle giocate di un Lavezzi mostruoso. Finisce (miracolosamente senza recupero!) 3-0 col Napoli che aggancia momentaneamente Juve e Milan al secondo posto e rafforza la sua quarta posizione. Devastante la spinta di Maggio e la cattiveria messa in campo per tutti i novanta minuti dalla squadra azzurra, nonostante una prestazione non esaltante sul piano del gioco, condizionato dal terreno ai limiti della praticabilità nel contesto di un impianto ormai condannato alla rottamazione. Vittoria comunque strameritata, importante per come ottenuta. In Savoia contro il Torino non ci sarà il Pocho, ma si troverà di fronte una squadra in stato comatoso risultata immune anche allo scossone derivato dal cambio di tecnico. Ancora un piccolo sforzo, ed il Napoli potrà concludere un 2008 brindando con uno spumante dal sapore europeo. Quello di lusso.

C.Francesco Piantedosi NAPOLICALCIO.NET

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