Dopo la bruciante sconfitta interna contro il Genoa, e dopo l’assedio dei tifosi nel post-partita, la società ha deciso di prolungare il ritiro a Castelvolturno, in vista della sfida di Sabato a Torino contro la Juventus. In questi giorni dove si pensa a cercare il vero colpevole di questa debacle azzurra, l’unica certezza è che questa sarà l’ultima stagione di Reja sulla panchina del Napoli. Il tecnico goriziano per ora non si muove, ma a fine stagione è certo il suo addio. C’è chi, tra i tifosi, vuole un addio anticipato, addossando su di lui tutte le colpe della crisi di risultati e di gioco. Nelle ore dopo la gara con il Genoa, era trapelata l’indiscrezione delle dimissioni di Reja, poi respinte dalla società, che, ha deciso di continuare con lui fino a fine campionato. Per l’anno prossimo si punterà probabilmente su allenatori giovani e promettenti. Allegri sembra il più indicato per succedere all’allenatore più anziano della Serie A. Delio Rossi e Giampaolo sono altri nomi caldi, mentre negli ultimi giorni è spuntato con insistenza quello di Alberto Zaccheroni. Tutte ipotesi per ora, che in questo momento non servono a molto. La società deve pensare al presente innanzitutto, e trovare, insieme all’attuale allenatore, il modo di risolvere il problema del Napoli. L’avvio lampo di Luglio per affrontare l’Intertoto, si è rivelato una scelta sbagliata. Non solo il Napoli è uscito al primo turno di Coppa Uefa, ma tenuta atletica in questo momento risente moltissimo della partenza anticipata. Inoltre una rosa inadeguata non ha permesso al tecnico di trovare ricambi giusti per ovviare alla stanchezza dei titolari. Se Gasperini può permettersi di sostituire Mesto e Palladino con Sculli e Jankovic, mentre Reja, oltre a Russotto, fa entrare Montervino e Pià, non è certo colpa dell’allenatore azzurro. La rosa è assolutamente incompleta, molti dei panchinari non sono all’altezza della Serie A e soprattutto del Napoli. A parte la riconoscenza per aver dato un contributo importante per la rinascita azzurra dalle tenebre della Serie C, non è di certo una scelta sensata continuare rapporti contrattuali con giocatori come Pià, Montervino e Grava ad esempio. Giocatori con queste caratteristiche non servono al progetto Napoli. A Gennaio la società ha deciso di non intervenire sul mercato, anticipando solamente l’operazione Datolo conseguentemente alla squalifica di Mannini. Ciò dimostra innanzitutto che Datolo era un acquisto in proiezione di un nuovo allenatore, visto che nei piani di Reja un giocatore come Datolo non è il massimo, ne tantomeno uno come lui, abituato a giocare esterno in un tridente, può sostituire un giocatore come Mannini, che nel 3-5-2 svolge anche la fase difensiva. Queste ed altre componenti, fanno si che in questo momento il Napoli si trovi in queste condizioni. Due punti in sette partite nel girone di ritorno. 33 punti al giro di boa, solo due negli ultimi due mesi. Dal sogno Champions alla cruda realtà. Il Napoli, non solo ha dimostrato di non essere da Champions, ma sta mettendo a repentaglio anche la qualificazione Uefa, il che si tradurrebbe a fine stagione in un fallimento dei piani della società. E sarebbe la prima volta, visto che finora Marino e De Laurentiis hanno rispettato, se non anticipato, i piani per la rinascita. Adesso si deve pensare a salvare questa stagione, a partire già da sabato contro la Juventus. Il pronostico è tutto a favore dei bianconeri, quindi tanto vale andare a Torino per giocarsi la partita a viso aperto. Partire già sconfitti e andare all’Olimpico a fare da sparring partner ai bianconeri sarebbe una mossa indelicata e irrispettosa verso i tifosi. Andare a Torino, invece, e affrontare a viso aperto la squadra di Ranieri mettendola in difficoltà, magari facendo anche risultato, darebbe una bella spinta alla risalita dagli inferi.
Pierpaolo Orefice NAPOLICALCIO.NET
