Valdifiori è il primo rinforzo del Napoli di Sarri. Imprescindibile per il gioco del neo-tecnico azzurro, vanta numeri monstre nell’ultimo campionato.

Ci sono incontri che cambiano il corso di una carriera. O di una vita, se volete. Il 26enne Mirko Valdifiori, nel primo giorno di lavoro dell’Empoli 2012/13, non avrebbe mai immaginato di trovarsi davanti l’uomo che nel giro di tre anni avrebbe tinteggiato d’azzurro il suo destino. L’azzurro della Nazionale, ma soprattutto l’azzurro del Napoli.

La storia di Valdifiori è strettamente legata a quella di Maurizio Sarri, decisivo per la sua maturazione calcistica. Tardiva, per alcuni. Ma guai a dirlo al nuovo allenatore del Napoli: “E’ brutto che nessun club di Serie A abbia puntato su questo giocatore quando era più giovane – ha spiegato qualche tempo fa -. Ha due qualità che in Italia hanno pochissimi centrocampisti: il tocco di prima e la velocità del pensiero“.

E una buona dose di personalità. Perchè al suo debutto da titolare in Nazionale, allo Juventus Stadium contro l’Inghilterra, le gambe non gli son tremate. Testa alta e idee chiare, ha giocato il suo solito calcio per dimostrare a tutti che “anche se giochi in provincia e hai poca esperienza internazionale o di alto livello, quando arrivi in Nazionale puoi reggere l’impatto“.

D’altronde ha avuto modelli d’eccezione. Pirlo è il termine di paragone più abusato negli ultimi mesi (“Il migliore, tento le sue giocate, a volte mi riescono altre no“), ma il primo grande amore è Juan Sebastian Veron: “Ho tifato per tutte le squadre in cui ha giocato – ha raccontato alla Gazzetta -. Ogni tanto in allenamento dico ‘Adesso faccio Veron’. E provo quel suo colpo: cambio campo di controbalzo, con l’esterno destro. Aveva un modo di calciare tutto suo, eleganza e facilità di tiro da paura“.

Come per osmosi, quanto assimilato in anni di partite guardate alla tv è diventato bagaglio tecnico utile, utilissimo per non farsi trovare impreparato alla sua prima stagione in Serie A. L’occasione di una via. Numeri alla mano, Mirko Valdifiori è stato tra i miglioro centrocampisti del campionato. Se non il migliore.

Statistiche Valdifiori nel campionato 2014-2015

Nessuno ha gestito più palloni di lui nell’ultima Serie A. Soltanto Medel può vantare più passaggi riusciti complessivamente, ma Valdifiori fa la differenza nelle giocate che contano davvero: i suoi 720 passaggi nella trequarti avversaria sono un lontano miraggio per tutti gli altri, con 90 occasioni create è stato il miglior rifinitore.

La differenza la fa quella “velocità di pensiero” a cui faceva riferimento Sarri, la capacità di verticalizzare con estrema naturalezza che lo rende fondamentale per il sistema di gioco del tecnico toscano: se per tutto l’anno la palla ha viaggiato rapida dai difensori alle punte, gran parte del merito è stato proprio di Valdifiori, magistrale direttore d’orchestra.

Ad impreziosire le sue statistiche, il sorprendente dato sui palloni recuperati: appena 5 in meno di Tachtsidis, recordman stagionale. Con tanti saluti a chi lo definiva ‘leggerino’ o troppo legato alla fase di impostazione per poter risultare efficace anche nel lavoro di contenimento. E non è un caso, forse, che tra lui e Tachtsidis ci sia proprio Allan, prossimo obiettivo del Napoli per la mediana.

Così come Sarri, anche Valdifiori si è conquistato l’occasione della vita con sudore e lavoro in anni di gavetta. Ed è normale che per entrambi le incognite siano legate tutte al grande salto ambientale: un conto è soprendere ad Empoli, un altro è confermarsi a Napoli.

“Se devi sognare, tanto vale farlo in grande“, disse Valdifiori dopo l’esordio in Nazionale. Quasi avesse il presentimento che il suo sogno a tinte azzurre potesse non finire quella sera. Provare il ‘colpo alla Veron’ al San Paolo, adesso, sarà tutta un’altra storia.