Champions League 2013/14, Girone F: Il Napoli sbatte duro, Dortmund ed Arsenal avversarie di lusso Avversarie di lusso per il Napoli in Champions

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La squadra di Benitez pesca un girone durissimo ma allo stesso tempo molto affascinante con l’Arsenal, i vice campioni d’Europa del Dortmund ed i francesi del Marsiglia

Ecco il dettaglio dei gironi, clicca per ingrandire l’immagine, di seguito un’analisi delle contendenti:

Sorteggio Champions 2013-14
Sorteggio Champions 2013-14

ARSENAL

LA SQUADRA – L’Arsenal, club londinese fondato nel 1886 è una delle squadre storiche del calcio britannico. Vinse il primo dei suoi 13 titoli nazionali nella stagione 1930-31, mentre l’ultimo successo in Premier League è datato 2003-04. In patria ha anche conquistato 10 FA Cup, 2 Coppe di Lega e 12 Community Shield. Decisamente più scarna la bacheca europea, con un solo successo nella Coppa delle Cope 1994. La miglior prestazione nella massima competizione europea per club risale alla stagione 2005-06, quando perse la finale di Parigi contro il Barcellona. Si qualifica alla fase a gironi della Uefa Champions League, consecutivamente, dell’annata 1998-99. Al momento l’Arsenal occupa il sesto posto del ranking UEFA.

IL 2012/13 – L’ultima esperienza in Champions League per gli uomini di Wenger non è stata molto fortunata. Chiuso il Girone B al secondo posto (10 punti) davanti a Montpellier e Olimpiakos ma dietro ai tedeschi dello Schalke, gli inglese nell’urna di Nyon pescano il Bayern Monaco nel sorteggio degli ottavi di finale. Nonostante la sconfitta interna per 3-1, i Gunners vanno vicinissimi all’impresa, battendo i rivali all’Alliaz Arena per 2-0 nel match di ritorno, ma uscendo lo stesso dalla competizione. In patria l’Arsenal ha chiuso lo scorso campionato al quarto posto a quota 73 punti, strappando la qualificazione ai playoff di Champions (superati eliminando i turchi del Fenrbahce) ai danni del Tottenham che chiuse il campionato ad un solo punto di distanza.

LA STELLA – In una rosa di tutto rispetto, fatta di grandissimi calciatori (da Rosicky a Cazorla, passando per Walcott e Giroud), spicca senza dubbio il nome del 28enne polacco naturalizzato tedesco Lucas Podolski. Cresciuto al Colonia, dove in sei stagioni sigla ben 79 goal, ha vestito anche la maglia del Bayern Monaco fra il 2006 e il 2009. Passato nell’estate 2012 ai Gunners per 12 milioni, ha chiuso la sua prima annata inglese con un bottino di 16 reti (di cui quattro in Champions). Attaccante esterno, in genere ricopre il ruolo di ala sinistra nel 4-2-3-1 di mister Wenger. Podoslki vanta un scoring di tutto rispetto anche con la maglia della nazionale tedesca con cui ha totalizzato 46 reti in 110 presenze, collezionando due terzi posti nelle ultime due rassegne mondiali.

L’ALLENATORE – Con il ritiro di Sir Alex Ferguson, il francese Arsene Wenger è attualmente il coach con la più lunga permanenza su una panchina europea. La stagione appena cominciata è la 19esima come tecnico dell’Arsenal. Wenger ha iniziato a muovere i suoi primi passi da coach nel Nancy (dal 1984 al 1987) per passare poi al Monaco. Nel principato (fra il 1987 e il 1994) vinse un campionato e una Coppa di Francia. Sbarcato contro ogni pronostico in Giappone, alla guida dei Nagoya Grampus, riuscì, nell’unico anno della sua esperienza nipponica a conquistare Coppa dell’Imperatore e Supercoppa giapponese. Poi arrivò la chiamata dell’Arsenal. In 18 stagioni, Wenger è stato spesso apprezzato per il suo gioco spumeggiante ma anche per la sua scarsa capacità di arrivare a vincere trofei europei (ultimo successo, in patria, nel 2005). Nonostante ciò il suo palmares inglese parla chiaro: 3 Premier League, 4 FA Cup e 4 Community Shield.

I VOLTI NUOVI – Nonstante gli introiti che arrivano di diritti tv, dal merchandising e dallo stadio di proprietà
(l’Emirates), l’ultima sessione di mercato dell’Arsenal, ad oggi è a dir poco disastrosa: corteggiati per mesi i vari Higuain, Suarez e Jovetic e venduto un giocatore dal grande impatto come Gervinho, a Londra non è arrivato nessun nuovo acquisto di livello. Oltre a qualche giocatore tornato dai prestiti (vedi Bendtner dalla Juventus), l’unico acquisto è stato il 20enne franco-ivoriano, punta centrale arrivata tra l’altro a costo zero dall’Auxerre.

MARSIGLIA

LA SQUADRA – Cresciuto molto sotto l’aspetto tattico nell’ultimo anno, il Marsiglia è una squadra molto dura da affrontare. Il modulo di riferimento per l’OM è il 4-2-3-1, con tre trequartisti veloci ed abili a giocare tra le linee: Andrè Ayew, Mathieu Valbuena e Dimitri Payet. Gli ultimi due hanno concluso rispettivamente al primo ed al secondo posto della classifica assist della scorsa Ligue 1. Il catalizzatore offensivo è Gignac, che in quanto a percentuale realizzativa sembra stia tornando ai livelli di Tolosa. La rosa non sarà di primissimo livello, ma i big (tra cui N’Koulou, uno dei migliori difensori del panorama europeo) sono rimasti tutti ed al momento (come affiatamento ed affidabilità) il Marsiglia può essere considerato il collettivo più forte di Francia, dietro soltanto al PSG.

IL 2012/2013 – E’ stato l’anno della rinascita. Non sono stati conquistati trofei, ma è comunque arrivata la qualificazione in Champions direttamente dalla porta principale. L’OM ha iniziato la stagione infilando una striscia di vittorie impressionanti, lottando colpo su colpo con il PSG per lunga parte del campionato. Il 2° posto, per come era finita la stagione precedente e per come la squadra era ridotta a livello mentale e tattico, era praticamente impronosticabile all’avvio. Invece l’OM si è dimostrata con tutta probabilità la squadra più solida del torneo. Tuttavia il confronto con i grandi rivali del PSG è stato perso su tutti i fronti. Sia in coppa di Lega che in coppa di Francia, infatti, l’OM è uscito sconfitto per mano dei parigini agli ottavi di finale.

LA STELLA – Nazionale francese, leader e punto di riferimento della squadra. Stiamo parlando di uno dei simboli dell’OM, Mathieu Valbuena. Metronomo, uomo assist, il piccolo centrocampista nativo di Bruges è il fulcro della manovra offensiva dell’OM, come dimostrano i 12 assist collezionati nella scorsa stagione.  Con la sua imprevidibilità riesce a mettere in difficoltà le difese avversarie, sgusciando nello stretto inventandosi perle come quelle contro il Borussia Dortmund di due stagioni fa in Champions e, ce lo ricordiamo bene, contro l’Italia nell’amichevole vinta 2-1 dalla Francia al Tardini lo scorso 14 novembre. Valbuena è un giocatore imprenscindibile per l’OM, dal punto di vista tattico, tencnico e mentale.

L’ALLENATORE – La storia di Elie Baup è di quelle da raccontare. Il 58enne tecnico sbarca a Marsiglia nel 2012 dopo ben tre anni senza allenare – nel frattempo si è dilettato a fare il commentatore televisivo – e trova una squadra spaccata, senz’anima e reduce dal disastroso decimo posto in campionato a -31 dagli arci rivali del PSG. Sommerso dagli scetticismi e spesso preso in giro per quel cappellino che non si toglie mai, Baup risponde alle parole con le prestazioni in campo. Risolleva il Marsiglia, riesce a dargli un’identità e lo riporta immediatamente nelle posizioni che gli competono. Il suo stile di gioco è pratico, senza fronzoli. Predilige i moduli con una sola punta: in passato ha utilizzato il 4-5-1, all’OM punta sul 4-2-3-1.

I VOLTI NUOVI – La campagna acquisti dell’OM è stata di ottimo livello. In Costa Azzurra sono infatti arrivati due talenti come Benjamin Mendy e Giannelli Imbula, ricercati da molti top club europei tra cui Juventus e Roma. Mendy, terzino sinistro 19enne di grande forza e spinta, è stato preso per 4 milioni dal Le Havre ed è già pronto, come dimostrato in questo inizio di stagione, per guadagnarsi una maglia da titolare anche su palcoscenici importanti. Il 20enne mediano Imbula, prelevato dal Guingamp dopo una straordinaria stagione per 7,5 milioni, ha impressionato per il suo modo di primeggiare in mezzo al campo che gli è valso il paragone con grandi del passato. Oltre a loro sono arrivati anche l’esterno offensivo Payet (dal Lille per 8,7 milioni) e l’attaccante Khalifa, per 2,5 milioni dall’Evian.

BORUSSIA DORTMUND

LA SQUADRA – Alla compagine più divertente di Germania non mancano di certo i talenti. Il goleador è quel Robert Lewandowski promesso sposo del Bayern per il 2014: impossibile, però, distrarre il polacco, che ha iniziato alla sua maniera – cioè segnando a ripetizione – anche la nuova stagione. Ad imitarlo ci sta pensando anche l’ex milanista Aubameyang (una tripletta per lui all’esordio in Bundesliga), a rifornirlo gente come il connazionale Blaszczykowski, Marco Reus e l’armeno Mkhitaryan. A centrocampo occhio al tuttofare Gundogan, capace, come pochi, di coniugare corsa e qualità, e al cavallo di ritorno Sahin (in prestito dal Real). Di valore anche la difesa, imperniata sull’asse Hummels-Subotic.

IL 2012/13 – Un’annata vissuta tutta alle spalle del Bayern, capace di battere i gialloneri sia nella finale 2012 della Supercoppa di Germania che in quella di Champions League dello scorso maggio. Senza storia, poi, il campionato, con i bavaresi vittoriosi con ben sei turni di anticipo (record per il calcio tedesco) e con il primato di punti di distacco rispetto alla seconda. Nonostante i risultati non all’altezza delle aspettative, è stato proprio il Borussia, per larghi tratti, a proporre il gioco più spumeggiante d’Europa, soprattutto in Champions: già nella storia il 4-1 casalingo – con poker di Lewandowski – rifilato al Real Madrid nella semifinale di andata del torneo.

LA STELLA – Non può che essere lui, Robert Lewandowski. L’ariete di Varsavia, classe 1988, si è consacrato a Dortmund dopo gli inizi in patria con le maglie di Znicz Pruszkow e Lech Poznan. Con la maglia giallonera ‘Lewa’ è stato capace di realizzare la bellezza di 78 reti in 143 presenze complessive, dando un contributo fondamentale per la conquista dei titoli nazionali 2011 e 2012. Negli stessi anni è stato nominato anche come miglior calciatore polacco. E’ in scadenza di contratto e sembra destinato, con ogni probabilità, a trasferirsi al Bayern: sarebbe l’ennesimo choc per i tifosi del Borussia, dopo la cessione di Gotze.

L’ALLENATORE – Il 46enne Jurgen Klopp, nativo di Stoccarda, è considerato un autentico maestro di calcio. Dopo una vita spesa a Magonza, prima da calciatore e poi da allenatore, nel 2008 approda sulla panchina giallonera. Nemmeno il tempo di arrivare, ed ecco il primo trofeo, la Supercoppa di Germania, conquistata ai danni del Bayern, per un duello che tuttora monopolizza l’attenzione dei tifosi teutonici. Nel 2011, dopo nove anni di attesa, è scudetto, bissato l’anno successivo. In mezzo, anche una coppa di Germania e la recentissima Supercoppa. Insomma, se il Borussia è tornato a contare in patria e in Europa, lo deve soprattutto a questo stratega della panchina.

I VOLTI NUOVI – Il colpaccio del mercato estivo è stato indubbiamente il costoso Henrikh Mkhitaryan, prelevato dallo Shakhtar Donetsk in cambio di 27,5 milioni di euro. Di spicco anche l’acquisto, dal Saint-Etienne, del velocissimo Aubameyang, mentre appare oggettivamente strapagato il difensore greco Sokratis Papastathopoulos, arrivato dal Werder Brema e con trascorsi italiani non indimenticabili tra le fila di Genoa e Milan. Tutto sommato, appare migliorato il reparto offensivo, anche se non sarà facile digerire l’addio del creativo Gotze, passato al Bayern. A completare la rosa, tre innesti di prospettiva: Sarr, Hofmann e Ducksch, provenienti dalle giovanili.

NAPOLI

LA SQUADRA – C’è vita dopo Cavani e Mazzarri. E’ questo uno degli slogan del nuovo Napoli targato Rafa Benitez, al centro di una vera e propria rivoluzione al termine di un ciclo ricco di soddisfazioni. Uomini, idee, strategie: tutto è cambiato con l’arrivo del tecnico spagnolo, bravo ad alimentare l’entusiasmo per il suo arrivo, divenuto contagioso con il passare delle settimane. Con De Laurentiis c’è simbiosi totale, la nuova creatura azzurra è nata sotto la doppia regia di presidente e allenatore con l’obiettivo di continuare a crescere. In Italia vuol dire Scudetto, in Europa semplicemente stupire. Benitez sa come si fa…

IL 2012/13 – E’ stata l’annata del grande sogno, sull’altare del quale sono state malamente sacrificate sia la Coppa Italia che l’Europa League. Lo Scudetto. Inseguito con convinzione sin dal primo momento, nonostante una campagna acquisti non proprio pirotecnica e la cessione di Lavezzi. Ma è bastato tenere Cavani per assicurarsi un’altra stagione di goal a grappoli a ritmi da record. Proprio il momento d’appannamento del Matador è coinciso con la flessione che ha portato gli azzurri a distanza siderale dalla Juve nel momento decisivo. Il secondo posto, però, è stato festeggiato come un titolo. A giusta ragione.

LA STELLA – E’ l’ultimo dei tre tenori rimasto in azzurro, non a caso. Come più volte dichiarato da lui stesso, Marek Hamsik si sente napoletano e avverte la maglia del Napoli come una seconda pelle. Non a caso nel corso di queste settimane ha già indossato più volte la fascia di capitano con orgoglio, carisma e leadership. La partenza di Lavezzi lo ha responsabilizzato la passata stagione, quella di Cavani potrebbe consascarlo definitivamente: Benitez vuole farne il suo nuovo Gerrard, un’eccellenza del calcio europeo.

L’ALLENATORE – Aurelio De Laurentiis l’ha definito il miglior acquisto di quest’estate. D’altronde per Rafa Benitez parla il palmares: ha vinto praticamente ovunque abbia allenato. In Spagna è stato l’ultimo a trionfare prima del duopolio Barcellona-Real Madrid, a Liverpool è ancora oggi un idolo, all’Inter è arrivato nel momento peggiore possibile ed ha ottime ragioni per voler far cambiare idea sul suo conto all’intero movimento calcistico italiano. Metodi da manager, mentalità internazionale, filosofia di gioco propositiva: Napoli sta conoscendo un nuovo modo di fare calcio con Don Rafè.

I VOLTI NUOVI – E’ stata mezza rivoluzione, logicamente. Vuoi per il cambio d’allenatore, vuoi per l’incasso super effettuato con Cavani. Higuain è l’uomo scelto per raccoglierne la pesante eredità, colpo da record per il club e nell’ultimo decennio di calcio italiano. Poi tante scommesse di lusso fortemente volute da Benitez: Reina, Rafael, Albiol, Callejon, Mertens e Zapata. In attesa di colpi last minute, il tecnico spagnolo è convinto di avere il materiale a disposizione per fare il suo calcio e puntare in alto. Sia in Italia che in Europa.

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