Donadoni arrivando a Napoli ha trovato una situazione a dir poco deficitaria: squadra col morale sotto i tacchi, condizione fisici approssimativa e una lunga serie di infortuni che fa dubitare sulla bontà della preparazione stagionale. Si potrebbero perciò dare consigli a Donadoni sull’utilizzo e l’impiego dei giocatori non certo per mancanza di competenza ma perché l’ex ct della Nazionale deve ancora conoscere le problematiche del team azzurro. Partiamo dalla difesa: il Napoli è stato costruito per giocare a 3 dietro, e non ha terzini di ruolo soprattutto sulla fascia destra. Contro la Reggina è stato utilizzato Santacroce che ha dimostrato di adattarsi abbastanza bene denotando buona corsa e discreta tecnica. Se il ragazzo si affina nei cross potrebbe trasformarsi in terzino di fascia, considerando che Maggio è out per tutta la stagione. Inoltre per la sua giovinezza commette errori di inesperienza, cosicchè interventi troppo irruenti che generano punizioni o anticipi a vuoto sarebbero meno pericolosi se commessi in una zona più esterna rispetto alla porta. Si deve lavorare poi soprattutto sulla coppia centrale nel posizionamento, perché sia in occasione del primo gol con la Lazio che di quello beccato con la Reggina si è aperta una voragine inspiegabile nel cuore della difesa azzurra. A centrocampo l’unica certezza è Blasi, pilastro davanti alla difesa, che non può però anche creare gioco. Donadoni dovrà trovare il modo di far coesistere giocatori tecnici come Datolo, Bogliacino e Hamsik, gli unici in grado di proporre qualità in mezzo al campo. Poi il tecnico bergamasco dovrà “convincere” Lavezzi a giocare più vicino alla porta avversaria perché lì potrebbe sfruttare meglio le sue accelerazioni. Infine dovrà cercare di recuperare Denis che rappresenta comunque un patrimonio del Napoli (in quanto è stato pagato più di 7 milioni di euro) e che ha segnato 27 gol in un campionato come quello argentino dove se non hai qualità non emergi.
Francesco Ferrara NAPOLICALCIO.NET
