Calciopoli: l’appello conferma che la Juventus ha barato.

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calciopoli, juventus condannata
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La Juve ha barato: pena ridotta a Giraudo, ma regge la tesi accusatoria dell’associazione a delinquere per governare il calcio

Esisteva un’associazione per delinquere che si attivava per condizionare gli esiti delle partite e «governare» il mondo del calcio italiano. E di quel sodalizio ha fatto parte, pur non essendone un promotore, l’ex amministratore delegato della Juventus Antonio Giraudo. Questo, in estrema sintesi, ha affermato la quarta sezione della Corte di Appello di Napoli (presidente Maurizio Stanziola) con la sentenza emessa stasera al processo di secondo grado con rito abbreviato sulla vicenda di calciopoli. Un anno e otto mesi di reclusione, una pena ridotta rispetto a quella inflitta in primo grado (tre anni) nel 2009 dal gup Eduardo De Gregorio. Pena dichiarata sospesa dai giudici che hanno escluso l’aggravante contestata nella requisitoria del pg Carmine Esposito, secondo il quale il dirigente bianconero era uno dei promotori del sodalizio. Giraudo è stato riconosciuto responsabile di associazione per delinquere e di un unico episodio di frode sportiva (in relazione a Juventus-Udinese 2-1), mentre è stato assolto da altre due presunte frodi (Udinese-Brescia e Juve- Lazio).

Sono stati invece assolti (secondo comma art.530, ovvero l’insufficienza di prove), gli altri tre imputati che erano stati condannati in primo grado: l’ex presidente dell’Aia (Associazione italiana arbitri) Tullio Lanese, e gli ex arbitri Tiziano Pieri e Paolo Dondarini. Restano confermate anche tutte le altre assoluzioni del processo del 2009 e che erano state impugnate dal pg: Stefano Cassarà, Marco Gabriele, Duccio Baglioni, Gianluca Rocchi, Giuseppe Foschetti, Alessandro Griselli e Domenico Messina (per i quali erano state proposte condanne oscillati dai due a un anno e 4 mesi di reclusione). Il pg Esposito ha espresso soddisfazione in quanto la sentenza di stasera «conferma – ha commentato in aula – la sussistenza del reato di associazione per delinquere». Reazione di gioia unita a forte commozione da parte di Pieri e Lanese alla lettura del verdetto di assoluzione. «Sono stati otto anni di sacrifici, ho vissuto momenti difficili e alla fine c’è stato il risultato che speravo da sempre», ha detto Lanese che valuterà eventuale iniziative risarcitorie («ora mi riposerò fino a gennaio, poi penserò cosa fare per tutto quello che ho subito»).

Paolo Dondarini, appena ha appreso dell’assoluzione, ha «tirato un sospiro di sollievo», ma «nessuno gli potrà mai ridare quella parte di vita professionale ad alto livello internazionale che ha perso» ha spiegato il legale dell’ex arbitro, avv. Gabriele Bordoni. «Come esce la classe arbitrale da questa vicenda? Vorrei fermare la mente su quello che è stata questa sentenza che ha dimostrato che la parte sana di questo mondo sono gli arbitri. Questa è la vittoria dell’Aia, non la mia, io ho perso comunque nel giorno in cui mi hanno tolto la possibilità di fare ciò che più amavo», ha dichiarato Pieri . La reazione di Giraudo è invece affidata a una dichiarazione dei suoi difensori, gli avvocati Massimo Krogh e Michele Galasso: «al di là delle due assoluzioni ottenute, siamo molto delusi e sorpresi dalla decisione odierna. Non ci aspettavamo questo epilogo. Aspettiamo il deposito delle motivazioni della sentenza e certamente ricorreremo in Cassazione». Il prossimo round è fissato per il 24 maggio 2013 quando comincerà, davanti alla sesta sezione della Corte di Appello, il processo di secondo grado relativo al filone principale, quello che vede imputato, tra gli altri, l’ex dg bianconero Luciano Moggi.

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